giovedì 30 maggio 2019

"Paraculi imperant" (Addio Maurizio)


Se n'è andato solo, come presumo sia sempre vissuto, pure quando era in mezzo alla gente, su un trespolo ad arbitrare partite di pallavolo, sul sedile di un pullman o di un taxi, dietro la scrivania di una redazione, non a caso dando le spalle a tutti gli altri, tra pile di fogli e di fronte soltanto il computer acceso e un pezzo da scrivere, mai finito.
La prima ed unica volta in cui ho stretto la mano a Maurizio Del Sordo è stata alla fine del 1987, io giovane aspirante collaboratore de "La Provincia", lui appena assunto e assegnato al settore delle cronache locali. Debbo a lui alcune nozioni che mi si sono stampate a fuoco (l'accento acuto che va sul "perché", la differenza di utilizzo tra il "ma" e il "bensì"), mentre altre le ho scordate in tempo zero (come distinguere un maresciallo da un brigadiere o da un tenente dei Carabinieri osservando le mostrine sulla divisa).
Nei corsi e ricorsi professionali me lo sono ritrovato accanto in mille occasioni, limitandomi alla cortesia di coloro che non si sporcano le mani, di chi è bravo a parole ma non entra in relazione vera con l'altro, specialmente quando l'altro è spesso trasandato, un uomo di un quintale e passa con la faccia da bambino, il maglione sempre identico, le manie e quel modo lunare di porsi, che non si capisce mai se c'è o se ci fa, se lo sciocco è lui che parla o io che gli do ascolto.
Maurizio se n'è andato ieri, senza esserci mai realmente "stato", come avviene a tutti gli strani, i timidi, gli eccentrici, i disperati, gli anticonformisti, bizzarri, stravaganti...
Di lui mi rimarrà il senso di colpa per non essergli mai stato vicino, veramente, e alcune battute caustiche, per prima questa, che mi ripeteva spesso, facendo il verso a un motto trito e ritrito, per irridere di volta in volta coloro che scuotendo il capo sentenziavano: "Mala tempa currunt": "Mala tempora currunt... Paraculi imperant" chiosava lui.
Non l'ho mai detto a Maurizio, ma tra quei "paraculi" ho sempre sperato di non esserci io, anche se in fondo è impossibile e alla fine o si è come lui, lontani da questo mondo in tutto e per tutto, oppure un po' "paraculi" lo si è sempre.
Importante è esserne consapevoli, non suonare falsi o ipocriti e ricordarsi che per un Maurizio che non c'è più altre decine di Maurizio ci vivono accanto e scivolano via, tra l'indifferenza, ogni giorno.

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