Io non lo so, figlia mia, se tutto il gran parlare di "patriarcato" contribuirà a raddrizzare qualcuna delle molte storture che tuttora resistono oppure se il tifo da stadio che si scatena su tutto - o di là o di qua, o con me o contro di me, bianco o nero - immergerà in una melassa di qualunquismo e di banalità ogni ragionevolezza e buon senso. Così come ignoro il giusto o lo sbagliato su molte questioni.
Quasi tutte, a dire il vero.
Se c'è una cosa che però mi risulta chiara è quanto truffaldino sia indicare ad un attributo maschile - "le palle" - qualità che noto spessissimo declinate al femminile: il coraggio, la schiettezza, la perseveranza, la forza, il puntiglio, l'audacia. E se fino a qualche tempo fa pure io, a mo' di complimento, dicevo: "Ha le palle", ora mi mordo la lingua, vergognandomi persino.
Perché le molte donne al comando che stimo, e anche quelle con ruoli di minore visibilità, ma di eguale responsabilità e servizio, non sono quelle emerse scimiottando irruenza o cinismo, bensì aggiungendo alla determinazione sensibilità, stile, spessore umano, garbo.
P.S. È stato un mese, quello appena archiviato, immerso in un'esperienza totalizzante, trascorsa con le ali ai piedi e un cuore a gonfie vele, impegnato come non mai e al tempo stesso mai stanco. Non aggiungo altro, per adesso. Se non un "grazie", perché davvero sono un uomo fortunato.
Nessun commento:
Posta un commento