Due sere, due film sulla guerra. Ieri "Taking Chance", il viaggio di un soldato di carriera che riporta a casa la salma di un ragazzo morto in Iraq. Oggi "Glory", la storia di un reggimento nordista composto da ex schiavi di colore dutante la guerra americana di secessione.
Non ho fatto il militare, ma venti mesi di servizio civile alle case popolari: obiettore di testa, prima che di coscienza, profondamente convinto del valore della pace e del dialogo, che presuppone un'andata ma pure un ritorno di reciproca comprensione. So che la forza a questo mondo necessita ancora di fornire una prova, ma sogno un giorno in cui le armi diventeranno soltanto una parola sui libri di storia. Nel frattempo m'accontento di guardare film, che mostrando la brutalità, l'orrore, i massacri, ogni volta rinnovano in me l'impegno a non cedere alla brama di possesso, di dominio, di denaro e potere, carburante senza il quale la guerra si spegnerebbe davvero. Per sempre.
Foto by Leonora
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