lunedì 7 luglio 2014

In principio le scarpe (sette cose che ho imparato correndo)

Foto by Leonora
Ho rallentato molto con la testa da quando con i piedi vado di corsa.
Due anni, ormai. Da un giorno di luglio in cui comprai un paio di scarpe e imboccando i sentieri tra i boschi dietro casa feci i primi tre, quattro chilometri ad andatura lenta. Che fosse lenta lo so oggi, ma non era difficile intuirlo già allora, tornando stralunato e sbuffante quanto un diavolo della Tasmania con l'asma.
Per dieci giorni ebbi dolori alle gambe, però non mi arresi ed esco pimpante tuttora, almeno quattro volte a settimana. Nel frattempo di scarpe ne ho cambiate tre paia (Asics Nimbus le mie preferite), percorso una media di quaranta chilometri a settimana, comprato un orologio satellitare, quattro magliette, tre paia di calzoncini e calzini una mezza dozzina.
Non sono Forrest Gump, il cui film in questi giorni compie vent'anni, né un vero runner, deciso cioè a migliorare le proprie prestazioni di volta in volta. Mi accontento di restare in forma, cogliendo i numerosi benefici che il correre comporta. Nel mio piccolo, senza fissazioni, ho imparato molto e di questo "molto" elenco qualcosa.
  • Le scarpe sono l'unico vero accessorio necessario. Il resto può essere recuperato riciclando calzoncini, vecchie magliette, tagliando i calzoni della tuta per l'inverno, ma ai piedi serve il meglio, senza spendere una fortuna, ma nemmeno risparmiare.
  • Correre sgrombra la mente in maniera meravigliosa e, in qualche misura, la rallenta.Ci si concentra meglio e spesso si partoriscono idee nuove o si mettono a frutto quelle che si hanno.
  • Il rischio, badando ad altro che non sia la corsa, è di farsi male, non rimanendo focalizzati sul gesto in sé. Le storte più fastidiose non me le sono procurate scendendo a mille da un dirupo roccioso, bensì a bordo strada, in piano, sull'asfalto, appoggiando il piede malamente, come un pirla.
  • Qualche fastidio fisico, qualche dolorino c'è sempre. Si impara a conviverci senza farne un dramma.
  • Tra i benefici, al primo posto c'è l'assenza o quasi di raffreddori mattutini e altri acciacchi molesti.
  • Al secondo, fare due rampe di scale senza muggire come un bue né vedere Nostra Signora di Fatima.
  • Al terzo, mangiare dolci, pane, pasta e pizza, senza preoccuparsi del girovita.
I miei modelli di costanza, quando ho cominciato a correre, erano (e sono) Antonella, David e Micol, ma la persona che devo ringraziare di più, sia per avermi spiegato che le scarpe fanno la differenza, sia per avermi suggerito gli elementi basi della buona corsa ("Comincia con gradualità. Non andare subito di corsa: fai dieci minuti, poi per altri dieci minuti cammina, fino a che avrai fiato e anche gamba") è l'ex campione mondiale di corsa in montagna Davide Chicco (Keci, per gli amici). Questo giovedì, 10 luglio, dalle 19 alle 20, sarà ospite alla Rovall di Fino Mornasco, intervistato da Mauro Migliavada per l'ultimo degli appuntamenti estivi e gratuiti degli "Aperitivi di mezz'ora in fattoria".

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