sabato 27 agosto 2016

Su, coraggio (La faccia tosta di scrivere)

Foto by Leonora
Due mesi e un giorno. Due mesi e un giorno di silenzio qui e poche chiacchiere altrove. Il tempo di prendere fiato e togliere laccio e museruola ai pensieri, facendoli decantare come in una pozza, una pozza di acqua limpida e placida ma dal fondale scuro, quasi nero. Ho sciacquato i miei panni lì, guardando il mio volto riflesso, cercando di capire come posso essere migliore dell'uomo che sono.
Lo ammetto subito: non l'ho compreso. Però sono contento di ciò che mi è capitato nel frattempo: ho viaggiato parecchio, corso molto, camminato altrettanto, lavorato il giusto, letto tantissimo. Steinbeck, Faulkner, Tolstoj, Cronin, Bernanos... Compagni di viaggio ingombranti e discreti, che hanno moltiplicato le epoche vissute e i luoghi che ho visitato.
Una dozzina di volte ho deciso di scrivere qualcosa, altrettante volte ho rinunciato, consapevole dell'impossibilità - almeno da parte mia - di mettere nero su bianco qualcosa di serio, di definitivo.
Un'ambizione a cui ho rinunciato presto, mentre più difficile è stato superare la pigrizia subentrata nel mezzo. La supero oggi, più per rompere il ghiaccio che per un concetto di senso compiuto.
Se proprio dovessi scegliere un pensiero, uno solo, su tutti, direi che nella vita spesso occorre sfrontatezza, assenza di eccessivo pudore. In una parola, occorre "coraggio". Il coraggio della faccia tosta, anche, o della leggerezza, meglio. Il coraggio del non darsi troppa importanza, di non pretenderla soprattutto. Il coraggio dell'autoironia, di sfidare il senso del ridicolo. Il coraggio dei buoni propositi, dei progetti ambiziosi, delle aspirazioni ardite, dei sogni da realizzare e prima ancora da avere. Il coraggio di parlare, di esprimersi, di dialogare, dopo essere stati per lungo tempo in silenzio.

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