Non cambierei mai me stesso, con i pregi e i difetti inclusi nel biglietto d'ingresso e affinati crescendo, cercando di diventare grande e non soltanto alto.
Ammirazione piuttosto.
Sincera ammirazione per chi sa essermi da esempio, in questo o quello.
Chi ha il coraggio di lasciare gli scogli a cui è aggrappato, evitando di temere il nuovo, l’ignoto.
Chi parte, chi si mette in viaggio, chi non teme l’inizio, chi arriva alla fine, chi fa, senza troppo preambolo, senza indugiare nel mezzo, sapendo che “done is better than perfect”, fatto è meglio di perfetto.
Chi ha un sogno, un’aspirazione, un desiderio, che culla la sera e poi insegue, al mattino.
Chi ha coraggio, delle proprie idee, di remare contro corrente, di sbatterci il muso.
Chi piange, chi si fa venire lo strozzo e non riesce a cavare parole, quando discute, con il cuore che ingolfa il cervello.
Chi resiste, nonostante la malattia, la speranza flebile, la lotta dura, l’affanno.
Chi ha la pazienza del coltivare, del seminare generoso, senza braccio corto, senza misurare col bilancino, fonte che sgorga di continuo, irriga, feconda, fa fiorire il giardino.
Molti di questi “chi”, tutti anzi, li conosco.
Hanno un nome, una storia, un volto.
Sono le persone che mi stanno accanto, mentre cammino, chi per un tratto breve, chi lungo, chi cingendomi i fianchi, giorno per giorno, chi dandomi una carezza, di tanto in tanto, tutti facendomi da specchio, permettendomi di seguirne il passo e di poggiare il piede nelle loro impronte, per cercare di diventare migliore, anch’io.
1 commento:
bello
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