Lo spunto me l’ha dato una lettera di Giorgia, qualche giorno fa, in cui mi elencava ciò che ha imparato stando là, dall'altra parte del mondo, in particolare da amici e parenti che la ospitano.
“Sii gentile con tutti quelli che incontri; interessati e prenditi cura delle persone, di tutti; dialoga con gli estranei, essendo la prima persona ad avviare il dialogo; chiama le persone se ci pensi, anche solo se vuoi condividere con loro la migliore pasticceria di cannoli di Boston; fai sentire importante chi ti è accanto, ad esempio comprandogli dei fiori, portandoli in stazione come benvenuto o condividendo con tutti ‘sono i miei cugini d'Italia’, essendone fieri”.
Quando l’ho letto, lo ammetto, mi sono commosso.
Fosse anche soltanto per ciò quell’essenziale dettaglio, è valsa la pena saperla così lontana, a lungo.
P.S. L’importante è il pensiero.
Sì? È vero? Vero vero vero?
Allora facciamolo, spremiamoci le meningi, mettiamolo per iscritto, come “presente” di Natale o in generale per i giorni che stanno arrivando: un biglietto.
Biglietti o lettere da recapitare con generosità, mettendoci il cuore, senza troppo calcolo, risparmiando soldi e ricambiando con un valore vero, assai più prezioso: il tempo dedicato per pensarci appunto, lo sforzo di mettere i propri sentimenti nero su bianco.
Mancano settimane, possiamo farlo.
Un - ampio - elenco di persone a cui scrivere, accompagnando gli auguri con qualcosa di personale, intimo, condiviso.
Non è un’idea originale, credo sia giusto rinnovarla, ogni anno, a prescindere che le feste piacciano o si provi l’irresistibile desiderio di saltarle a piè pari e ritrovarsi a gennaio.
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