mercoledì 3 dicembre 2008

Quel (molto) che resta del canestro


Ieri l'altro, per una circostanza fortunata, mi è capitato di pensare a quando facevo l'addetto stampa alla Comense e ancora prima, quando scrivevo i primi articoli di pallacanestro, e tutto mi sembrava meraviglioso e bello e buono. Devo dire grazie a Barbara Giordano, che me li ha fatti tornare in mente, che mi ha fatto per qualche secondo tornare al chiuso della palestra Negretti, quando il PalaSampietro non era nemmeno una linea su un foglio di progetto. Un salto all'indietro lungo vent'anni, sul parquet del palazzetto di Muggiò e su quello della palestra del collegio Gallio, dove la prima squadra si allenava due sere la settimana e non c'erano soldi e telecamere e contratti da migliaia di euro - come poi per le atlete vennero, negli anni d'oro - ma solo donne e ragazze toste, che giocavano per una passione che covava loro dentro. Ero un giovanotto pieno di buona volontà, che si aggrappava ai propri sogni, un cucciolo migliore - per rigore e coerenza - all'uomo che sono adesso. Ho conosciuto, ho incontrato tante ragazze ma ero fidanzato e con nessuna di loro non dico di aver avuto una storia, ma nemmeno un bacio. Eppure debbo a loro molta parte della stima che da allora ho provato per me stesso, per il bene che mi hanno voluto, per la spensierata allegria che pur nel corso degli anni ho dimenticato e che ieri l'altro, seduto sul divano di casa, mentre leggevo poche righe sul computer, d'improvviso ho ricordato.



Foto by Leonora

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Già. all'inizio sembra tutto meraviglioso quando si inizia a fare giornalismo. Poi alle difficoltà del mestiere si aggiunge il fatto che devi cmq essere nelle grazie di qualcuno in redazione. Perché qualsiasi notizia tu abbia da proporre, decide sempre qualcuno dietro la scrivania su chi se ne deve occupare. spesso ti fregano gli argomenti più interessanti e ti rimangono le briciole...o l'inviato molto speciale...o lo sbarbatello raccomandato....

valentina orsucci ha detto...

e tu mi fai ricordare il corso con la signora cavadini e il minuscolo body nero con la stella bianca...

Giorgio ha detto...

@ Giovanna: anche da noi è dura ma non come descrivi tu: però siamo un giornale di provincia
@ Valentina: sei bellissima anche ora, ma con il minuscolo body nero con la stella bianca ti immagino una bambina favolosa, il sogno di ogni padre

Davidone ha detto...

“Ho conosciuto, ho incontrato tante ragazze ma ero fidanzato e con nessuna di loro non dico di aver avuto una storia, ma nemmeno un bacio”

Giocati pure la mano sull’indipendenza di Mauro, io aspetterò da te occasioni migliori!