Un mese. Un mese senza scrivere qui. Che pigro sono e di questa pigrizia chiedo scusa alle tante persone che passano ogni tanto da qui, in primis a quei venti che mettono anche un nome e una faccia (non proprio tutti un nome, non proprio tutti una faccia, ma non è il caso di sottilizzare). Scrivo poco, in questi giorni, leggo molto. Benzina indispensabile per il mestiere che faccio e soprattutto piacere a cui non resisto. Mi piacciono molto le interviste che Oriana Fallaci realizzò a inizio anni Settanta ai potenti di allora. Mi piace lo stile asciutto e al tempo stesso partecipato, vivo. Lo appunto qui, collegandolo a un gioco (ma un gioco serio) che abbiamo fatto l'altro giorno su La Provincia e che consisteva nell'attribuire un voto ai componenti la giunta comunale di Como. Al di là della pagella che ognuno di loro ha ricevuto, li passo in rassegna uno a uno e mi domando: "Ma qual è la cultura che hanno, quali idee hanno negli anni approfondito?". Ci sono persone simpatiche, altre oneste, ci mancherebbe altro. Ci sono amministratori preparati nell'agire quotidiano, nello spicchio di competenza nel settore in cui operano. Io però parlo d'altro. Parlo di cultura, di profondità di analisi, di pensiero, di applicazione nello studio, nell'usare la testa non solo come protuberanza che fa da ornamento al corpo. Cosa offre Como? Il giudizio, se sono io a darlo, è impietoso. E lo scrivo senza spocchia, conscio di essere in difetto, di non essere all'altezza io per primo.
Foto by Leonora
2 commenti:
evidentemente l'obolo da pagare quando si diventa politici o amministratori di beni altrui e' quello di lasciare il cervello al quardaroba.
Come ho sentito dire a una delle serate di Città Possibile al Gallo (una delle rare occasioni di un certo respiro in questa città), esiste certamente una Como migliore di quella che amministra (e affermare il contrario sarebbe pura supponenza), ma è la Como che non si espone per l'arroganza di chi comanda, di chi pensa di essere comunque nel giusto. Gli sguardi pieni di livore di Bruni, di Peverelli, di Caradonna quando vengono criticati sono eloquenti. Anche chi non ha votato Botta allora ne rimpiange la prima giunta con De Santis. Ma se a ogni giunta il livello è sempre più basso, si vede che ai comaschi va bene così.
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