Questo Natale il regalo me lo faccio io: trecento candeline, trecento post, in un blog ch'è nato per sfida innanzi tutto con me stesso. Era l'ottobre di due anni fa e nei panni ritagliati dal lavoro mi sentivo soffocare, stretto stretto, così decisi di evadere a modo mio, creandomi lo spazio che altri non mi concedevano. "Comunicare, in libertà" è rimasto il motto e la linea guida di un viaggio proseguito prima per ostinazione e poi per godimento, trasformandosi poi in una sorta di diario di bordo, di compagno di viaggio persino. Negli ultimi ventisei mesi sono cambiate molte cose e per primo sono cambiato io. Persone che allora mi erano a fianco non ci sono più, altre si sono avvicinate, altre sono rimaste, magari in silenzio o preferendo la penombra discreta al sole di mezzogiorno, numerosi sono anche i nuovi compagni di cammino. Ho ventiquattro lettori fissi (li ringrazio uno ad uno) ma sono assai di più le persone che passano di qui e si accontentano di leggere, di camminarmi al fianco, senza dover necessariamente parlare, dire la loro. Non scrivo per un circolo privato e nemmeno alla ricerca di un vasto pubblico, non guardo mai le statistiche di Google sui visitatori, poiché non sono i numeri che m'importano, bensì l'occasione di creare una conoscenza reciproca, un rapporto genuino, sincero, vero. Non ho un tema principale né argomenti tabù, aggiungo ogni volta pensieri e parole pronunciate come se dovessi parlare allo specchio. Contro ogni previsione ed esperienza di pigrizia, aggiorno il blog di frequente e quando rimango giorni e giorni senza aggiungere una riga mi sento a disagio, come se avessi trascurato un amico. Sono contento che il traguardo dei trecento post sia coinciso con il giorno di Natale: è anche questo un dono. E se mi guardo indietro e leggo ciò che ho scritto in passato, io per primo rimango sorpreso, stupito da parole che sento mie ma al contempo mi pare di aver ricevuto in prestito. Dedico ognuno di questi pensieri alle persone che senza pregiudizi li seguono, apprezzandoli ma anche scorgendone limiti e sgualciture. Al pari del mantello di Diogene, hanno molti buchi, però mi tengono caldo lo stesso e trasformano l'io in noi, facendomi sentire fortunato, soddisfatto, meno solo. In una parola, contento.
Foto by Leonora
1 commento:
Due anni di "bloggatura"? Complimenti, io non ce la farò mai! Non ti ho seguito dall'inizio ma il tuo blog ha ancora una buona dose di entusiasmo, e poi mi piace che non sia troppo specialistico: i blog monotematici mi stufano assai, sono monotoni come un fiume costretto in un canale.
Ti auguro altri trecento post, e più.
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