venerdì 2 luglio 2010

Felici e contenti


Adoro il primo caldo di maggio e, in questi giorni d'afa, rimpiango novembre. Lo scrivo convinto, ma me ne pento subito, pensando che mi lamento troppo spesso e che se ho un buon carattere lo devo piuttosto alla capacità di vedere (quasi) sempre il bicchiere mezzo pieno. Una visione della vita che in certi momenti può diventare un gioco: un gioco serio.

Prendiamo oggi. Ieri sera ho finito di lavorare che erano già le undici, ma stamattina mi sono svegliato presto. La cosa "è avvenuta da sé naturalmente", senza sforzo, così ho un po' di tempo per me. Prima cosa positiva.

Guardo dalla finestra e nonostante siano le sette del mattino fuori è già un forno. Io dormo in mansarda ma, benedetti gli architetti Ghioldi e Ghirardello (i miei amici Anna e Roberto), grazie al tetto "areato" qui in casa è fresco. Seconda cosa positiva.

Essendo presto, ne approfitto per leggere qualche post dei blog che seguo più spesso. Fuma mi incuriosisce con la storia di un ramo spezzato, che "pigola", proprio come un uccello. Andrea mi fa sorridere, come sempre. Con l'altro Andrea invece rifletto proprio sulle fortune che ho, un concetto che Wilma mi aiuta a marchiarmi addosso a fuoco, anche se provo una fitta al cuore apprendendo che da giorni l'affligge un dolore ch'è come un cane che morde il braccio. Periartrite le ha detto il medico, "una malattia che si cura difficilmente e che colpisce soprattutto i quarantenni": e io che, come credo qualsiasi maschio adulto, propendo ad essere lievemente (lievemente?!?) ipocondriaco già sento un brivido freddo che sale lungo la spina dorsale, fino al collo. Terza cosa positiva: sto bene, non avverto dolore, sofferenza fisica. Domani chissà, ma oggi niente, così come ieri e ieri l'altro e quasi tutti i giorni della mia vita. Si fa presto a essere felici, penso. Sfido chiunque abbia mal di denti o i calcoli renali o qualsiasi altro fastidio fisico, anche meno lancinante, oppure una depressione psichica, a dire altrettanto: neppure un santo riuscirebbe. Incrociando le dita allora, consacro questa come la giornata della consapevolezza dello star bene, del ringraziamento e dello stupore perché ciò avviene, anche se viene naturale ritenerlo scontato, ma scontato non lo è.
Foto by Leonora

4 commenti:

giorgio bargna ha detto...

...spero sia stata una giornata positiva anche il sabato...ne approfitto per augurarti una buona domenica...

Renata ha detto...

Caro Giorgio!
Sono una lettora fissa del tuo Bolg, sono Brasiliana, abito a São Paulo. Ho provato a scrivere tante volte, ma como no scrivo bene in Italiano non ho avuto coraggio, ma penso que sia bello sapere chi legge il tuto Blog, di dove è la persona, in mezzo a tanta informazione su internet perché ho schelto 20righe. Per dire la verità no lo so essatamente. Tu scrivi così bene e ti ringrazio per dividere i tuoi pensieri con tutti i quanti, lo so che sei un gionalista, ma per me il tuo linguaggio letterario, che è insieme un linguaggio del pensiero (sono economista, sono meglio in mattematica, ma mi piace leggere). Ci sono molte persone che scrivono bene, ma per me tu osserva il mondo con un’ottica nuova, alla quale prima probabilmente io no prestavo attenzione... E anche imparo l’italiano.

Non ho letto tutto ancora, per ora mi è piaciuto di più “Attenti a quei due”, ho 28 anni però a volte sono come una raggazina ascoltado le storie interessanti degli altri...

E niente... Ho un findanzato italiano, lui abita a Piacenza, lui è vissuto qui in Brasile per due anni e adesso è tornato in Italia. Ma parliano tra di noi in Portoghese (lui è bravissimo). Adesso che ho deciso di andarmene in Italia per vivere devo imparare bene l’italiano. Parlare con lui? Non, non ci riesco... La nostra lingua come copia è il portoghese, in portoghese sapiamo essatamente cosa vogliamo dire, ogni parola... è dificile spiegare...

Ti auguro una buona settimana

Wilma ha detto...

Sei un tesoro...Smack!

Giorgio ha detto...

Grazie a Wilma, a Giorgio Bargna (sì, è stata una buona domenica)e a Renata, ch'è forse la lettrice più lontana eppure così vicina (e non si preoccupi dell'italiano: si capisce e va benissimo così)