lunedì 4 ottobre 2010

Allargare il cerchio


Non faccio parte di gruppi, associazioni, partiti, club, circoli o confraternite né palesi né segrete. Per il lavoro dipendo da un'azienda e nella vita privata ho molti conoscenti e meno amici, sparsi qua e là, che nulla chiedono e molto danno: soprattutto in pazienza, nel perdonarmi le troppe e ingiustificate latitanze. Due domeniche fa parlavo con Brunella, era reduce da un raduno regionale (credo) di Comunione e liberazione, a Milano. "Erano più di settemila persone - mi ha detto - e quando cantavano erano impressionanti". Erano, terza persona plurale. Brunella non fa parte del "movimento", ma neppure ha il paraocchi contrario, quello che giudica da fuori vedendo solo nero. Credo anch'io che abbiano un carisma particolare e sono pronto a mettere la mano sul fuoco sulla buona fede dei più. La loro strada non è la mia, per la semplice premessa che ho messo all'inizio: preferisco non avere appartenenze, mantenere autonomia di giudizio. Però con Brunella e con Raffaele, che s'è aggiunto alle chiacchiere che stavamo facendo, condivido l'esigenza di non essere soli del tutto, del poter contare su amici che camminano a fianco. Non è solo questione di individui, anche di famiglie. Non siamo "animali sociali" per caso e la bellezza dello stare insieme, di allargare il cerchio, che abbiamo riprovato nei tre giorni passati ad agosto in montagna, in val di Sacco, dovrebbe trovare sbocco e compimento anche durante l'anno. In questo ammiro Isabella, che rispetto a me ha una sensibilità e una generosità maggiore e pur se io sono egoista, preferendo la pigrizia della tv o del divano, insiste nell'intrecciare occasioni d'incontro con le altre famiglie, con conoscenti nuovi o di vecchia data che siano.
Foto by Leonora

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