Foto by Leonora |
Aggiungi un posto a tavola era anche un musical degli anni Settanta, con Johnny Dorelli. Mi pareva retorica invece conteneva un seme buono, che riscopro ora, eleggendolo a motto per i giorni che arrivano e segnando tre buoni propositi da mettere in pratica.
- Invitare o farsi invitare a Natale e a Santo Stefano (ma vale anche la vigilia), facendo esercizio di generosità e, se è il caso, di faccia tosta.
- Mettere da parte la pigrizia e rinunciare a qualche sera al calduccio, davanti alla tv, andando a bussare alla porta di chi non vediamo da un pezzo, contando sul fatto che la sorpresa scioglierà qualsiasi imbarazzo o reticenza.
- Pensare più al biglietto che al regalo, scrivendo per ciascuna delle persone care e anche ai semplici conoscenti una vera lettera, in cui ricordare la prima volta che ci si è visti e il pregio che si riconosce all'altro (c'è sempre un pregio nell'altro, persino in coloro che sono simpatici quanto una falange dell'alluce spezzata contro lo spigolo di una porta). Le parole buone sono una medicina doppia: per chi le riceve e per chi le dona.
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