sabato 24 settembre 2016

L'aria in faccia (Lasciarsi, tenendoci)

Foto by Leonora
Mi stringi come se non dovessi andar più via e nel contempo come se mi stessi già lasciando, carne della mia carne e creatura unica, a sé stante, com'è giusto che sia, da che mondo è mondo.
Sei nel mezzo di un dosso, terminata la discesa del bambino che eri e iniziata la rincorsa per l'uomo che sarai, ragazzo ancora in tutto per tutto, senza un filo di barba né un pelo sulle gambe, proprio come alla tua età ero io. Adoro le tue battute, il tuo cervello lesto, persino gli scatti e le furie che ti prendono per un nonnulla, carattere di chi un carattere ce l'ha, pur se a volte ti vorrei diverso, meno volubile, più pacato, tranquillo. Ti osservo mentre cresci, quando sei in compagnia dei tuoi amici, specie in questo tempo di vita in cui l'indipendenza è un pane che si assaggia ogni giorno, uscendo la sera, andandosene in giro in bicicletta, scoprendo il mondo che esiste oltre la strada avanti e indietro casa e oratorio e campo da calcio, trascorrendo ore e ore senza un compito preciso né un doverne dare conto.
Mi accorgo adesso, e un po' ne provo imbarazzo, di quanto sciocchi fossero i timori che avevo quando eri piccino: che non trovassi la tua strada nel mondo, che frequentassi compagnie sbagliate, che avessi spirito gregario e ti facessi trascinare, ribelle a conto terzi, banderuola sbattuta dal vento. Non abbasso la guardia, semplicemente comprendo che di guardie non ce n'è bisogno, che nessuno può tenere a te più di te stesso e che un padre non è custode, semmai un compagno di viaggio.
Così mi godo i momenti con te, fianco a fianco - vedendo un film sul divano, discutendo su quale giocatore inserire nel fantacalcio, al ritorno da scuola sulla Vespa io davanti e tu dietro mentre mi dici: "L'aria in faccia, ecco quello che mi piace un sacco" - sapendo che a breve sarai ancor più indipendente e ce ne saranno sempre meno, ma l'intensità e il bene colmeranno gli spazi dei differenti percorsi, del ruolo distinto che abbiamo.
Ho una fortuna immensa, immeritata nel senso che non esistono meriti tanto grandi da poter giustificare un simile dono: ho avuto voi, tu e i tuoi fratelli, ma so benissimo che pur avendovi non mi appartenete e che lasciarvi crescere, lasciarvi andare, è l'unico modo per tenervi, oltre che per dimostrarvi quanto a voi tengo.

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