Non a caso si chiama Mollica, pur se con l'accento sulla seconda sillaba.
Tra le molte interviste raccolte in questi tempi strani e stranianti, mi ha lasciato commosso quella che ha per protagonista proprio lui, Vincenzo Mollica, una vita alla Rai, al servizio della tv di Stato e prima ancora della cultura.
La aggiungo qui, su questa ideale bacheca, poiché in pochi minuti concede una lezione di vita, a testimonianza del cronista che è: un uomo che è diventato un'icona senza mai indossare una maschera.
Il modo di intendere il giornalismo; il rapporto sereno con la malattia; la vicinanza nel dolore verso chi ha sofferto una tragedia; la capacità di essere attuale, cogliendo lo spirito dei tempi, a cominciare dalla musica; lo stile unico, che non si è fatto influenzare dall'onda prepotente della televisione urlata...
In una dozzina di minuti, molte perle.
Ne riportiamo scritta una, poiché è il segreto per un'esistenza piena, serena (la sua, ma pure la nostra).
In una dozzina di minuti, molte perle.
Ne riportiamo scritta una, poiché è il segreto per un'esistenza piena, serena (la sua, ma pure la nostra).
"Fellini una volta mi disse che era la curiosità che lo faceva svegliare la mattina. Ecco, io voglio continuare a essere curioso".
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