martedì 10 marzo 2009

Sette pensieri



Pensieri sparsi, raccolti come in un mazzetto.



  • Giovanni, sei anni, legge le parole in stampatello e mentre lo accompagno a scuola mi regala considerazioni varie. Sabato, ad esempio, mi sono accorto che passavamo accanto a un officina perché lui, tutto serio, mi ha guardato e mi ha detto: "Lì ci sono macchine Fiat". Bravo, gli ho risposto, come quella della nonna. "E quella della mamma. Ulisse Fiat" ha replicato lui, serafico, minuscolo e preciso contabile di lettere maiuscole. Oggi, con lo stesso stile spiccio e asciutto, sempre seduto in punta al sedile posteriore, ha detto: "Via Esse Ambrogio, siamo in via Esse Ambrogio". Non gli ho detto che Esse sta per Santo: il reale può attendere, Ambrogio sarebbe contento così.

  • In questi giorni, al giornale dove lavoro, è stata proclamato lo stato di crisi (situazione seria, non drammatica) e ci sono state due assemblee. Mi piacerebbe raccontare ciò che è stato detto, le dinamiche di gruppo, perché sarebbe istruttivo, ma ci sono regole precise, che assomigliano a quelle di uno spogliatoio di una squadra di calcio: si discute dentro, non fuori. Metto un appunto qua soltanto per dire quanto ci partecipo volentieri e che, a differenza di tutti gli altri, per cui sono abituali, per me - che vengo da un posto dove le assemblee non esistevano - rimangono una sorta di rito laico. Uomini che discutono del loro lavoro, del loro futuro, da pari a pari, senza che nessuno possa dire all'altro: tu taci, che conto più io... In azienda, com'è giusto, ci sono le gerarchie, che permettono di prendere decisioni e portare in edicola un giornale, ma lì, in quell'ora, ora e mezza, tutti hanno pari importanza attorno a un tavolo. Un buon motivo per non sprecare il dono che ci siamo guadagnati, ma che abbiamo anche ricevuto, di un mestiere bello e unico.

  • La Juventus, pochi minuti fa, è stata eliminata dalla Coppa dei campioni. Giacomo, 12 anni, è appena andato a letto e ho sentito che al buio, piangeva, in silenzio. E' un cucciolo e capisco cosa prova, perché per parecchi anni l'ho provato anch'io. Ora ci soffro, ma è un po' diverso. La vita mi ha insegnato, a volte a carezze, a volte a calci, che c'è altro e che uno stile è più importante di una vittoria. La Juventus ha dato tutto ciò che poteva dare e ne sono orgoglioso.

  • Oggi, via mail, mi è arrivato un pensiero riguardante il post precedente a questo. Lo riporto qui, perché sono contento di averlo ricevuto, anche se ometto il nome di chi me lo ha mandato, poiché se avesse voluto renderlo pubblico lo avrebbe semplicemente fatto aggiungendo un commento. Mi ha scritto: "Un pensiero per te. Dalle tue parole alla mia testa, nei miei ricordi. Il valore... Due anni fa ho scoperto in un articolo una frase che ancora è qui tra le mie carte. Più vicina di tante altre cose ormai distanti. Tra la voce e la musica di Malika Ayane con Come Foglie ti scrivo... "Il valore di un uomo dipende anzitutto dalla misura in cui i suoi sentimenti, i suoi pensieri, e le sue azioni contribuiscono allo sviluppo dell'esistenza degli altri individui." Einstein. Parole semplici. Parole a cui credo. Ho pensato che ti potevano interessare. Sono poche, più brevi delle mie. C'è un cielo particolarmente blu stanotte e il vento si è fermato. Una bella notte, sospesa. Ciao".

  • Quattro o cinque giorni fa ho visto un film scritto e diretto da Sean Penn, "Into the Wild". E' la storia vera di Christopher McCandless, giovane proveniente dal West Virginia che subito dopo la laurea abbandona la famiglia e intraprende un lungo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti, fino a raggiungere le terre sconfinate dell'Alaska. Lo scrivo per una frase degna di nota: "Happiness is real only when shared". La felicità è autentica soltanto se è condivisa.

  • C'è una mamma saggia, a Como, che ha insegnato a un altrettanto saggia figlia una frase che quest'ultima ha regalato a me: "La perfezione è paralisi". Dedicato alle molte persone, compreso il sottoscritto, che hanno paura di prendere il volo.

  • Per me Leonora è un genio e vorrei saper usare io le parole come lei la macchina fotografica e il suo "racconto" a immagini di Londra m'è piaciuto come leggere un libro.

Foto (obviously) by Leonora

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Giacomo vedrai che una sconfitta non fà altro che rafforzare la squadra e renderci ancora più forti e affamati!

Anonimo ha detto...

..è bellissimo incontrare qualcuno che tiene così alle mie storie..

GRAZIE

Grazie perchè se non ci voste non fotograferei nemmeno..

Leo :)

Unknown ha detto...

sette, un bel mazzetto devo dire... un saluto.

Paola Scuratti ha detto...

Sette. Sette pensieri. Davvero un bel mazzetto. Soprattutto il quarto, ma credo che ti ha mandato una mail perché è stata la prima cosa che ha trovato per scriverti. Non aveva notato i commenti... pensieri. Conoscendola, ne sono certa. Un saluto :)