martedì 18 agosto 2009

In primo piano


L'altro giorno L'Ordine ha avuto una bella idea: chiedere ai politici di dare un voto ai giornalisti che un paio di giorni prima, su La Provincia, avevano fatto loro le pagelle. Uno di loro (Emanuele Caso, Corriere di Como) ha preso sette, due (Davide Cantoni, Espansione Tv e Mauro Migliavada, L'Ordine) sei e mezzo, una (Gisella Roncoroni, La Provincia) cinque. A parte ciò che penso (sono fiero per Gisella, che lavora nel mio settore, e che si è dimostrata una rompiscatole mal sopportata dai potenti e so quanto avrebbe pagato Mauro, per prendere meno di quel sei e mezzo) è stata una trovata curiosa. Lo stesso devo dire, per tutt'altro argomento, del Corriere di Como, che un mese fa, quando Bossi ha scatenato la battaglia per l'insegnamento del dialetto a scuola, ha proposto ai leghisti un test per valutare se la lingua dei nostri nonni loro la conoscevano davvero. Quel giorno noi a La Provincia avevamo trattato l'argomento, ma senza quel guizzo d'ingegno che al Corriere avevano avuto. Lo scrivo perché non ho la coda di paglia e mi piace ammettere quando gli altri fanno meglio di me: non è una vergogna, bensì uno sprone a migliorare. Oggi poi, proprio sulla scorta di quella mancanza, abbiamo messo in cantiere sullo stesso tempo un'intera pagina sul dialetto, comprensiva di un test, che abbiamo chiamato "test della cadréga", rifacendoci alla scenetta di Aldo, Giovanni e Giacomo in "Tre uomini e una gamba". Sono giorni grami, questi, per chi raccoglie notizie. Grami e fecondi insieme, poiché per fare un buon giornale bisogna aguzzare l'ingegno, trovare spunti, idee, mettere in cantiere approfondimenti: perciò adoro lavorare in agosto. L'obiettivo è sempre lo stesso: dare al giornale locale la qualità - di forma e contenuti - dei migliori quotidiani nazionali. Una cosa è certa: ci impegnamo.
Foto by Leonora

1 commento:

Fabrizio ha detto...

Quanto hai ragione, prova ad immaginare che voto avrebbero preso giornalisti come Biagi, Montanelli, Fallaci, Pasolini, Terzani, dai politici di ieri, mi viene da ridere solo a pensarci, oggi sono tutti morti e prenderebbero un bel 10 con tanto di lode, perché da lassù non possono più esprimersi come facevano prima.
Per ridere mi basta pensare al voto "bipartisan" che i politici di oggi darebbero a Travaglio, Padellaro, Gabanelli, Gian Antonio Stella, e si fortunatamente i giornalisti da 4 "in condotta" ci sono ancora....