martedì 15 dicembre 2009

Livore a Milano (e nel resto d'Italia)


Il Livore è un personaggio di quel quadro di Botticelli, La calunnia, che come ho scritto in uno degli ultimi post mi è piaciuto un sacco, alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Egli indossa cenci sfilacciati color marrone, a foggia di cappuccio, e tiene per una braccio, come accompagnandola, per presetarla al cospetto di Re Mida, la Calunnia. Livore, scopro nel dizionario etimologico, deriva dal latino "livere", esser di color giallo plumbeo (livido, appunto). Livore è specchio di ciò che mi pare accomuni sostenitori e denigratori di Berlusconi, dopo l'aggressione che il presidente del Consiglio ha subito da parte di uno squilibrato, che gli ha tirato un souvenir del Duomo nell'omonima piazza. Da parte mia ho l'ambizione di non cedere alla tentazione di usare la pancia, invece della testa, e preferisco fare un esame di coscienza sull'uso disinvolto delle parole, che - sovente lo dimentichiamo - sono pesanti come pietre e talvolta più aguzze di una statuetta del Duomo. Lo scrivo per sdrammatizzare, ma vedendo i filmati e la violenza con cui è stato scagliato, deve aver fatto un male boia e chi abbozza l'idea della messinscena non sa neppure cosa dice. In più, è inquietante l'idea che anche l'uomo più potente d'Italia, nonostante polizia, carabinieri, servizi segreti e guardie del corpo personali, sia così vulnerabile: se invece di un souvenir fosse stata una pistola, sarebbe successo l'irreparabile. Per chiudere il cerchio, in queste ore fiumi di chiacchiere, reciproche accuse sono state rivolte. A me basta ricordare questo, nel dipinto del Botticelli, che si deve guardare da destra a sinistra, il gruppo folto è formato da Ignoranza e Sospetto, da Livore e Calunnia, da Insidia e Frode e Rimorse. Sola, quasi in un angolo, nuda sta la Verità. Non smettere mai di cercarla, nonostante gli infidi compagni da cui è circondata, è un impegno di coscienza e civiltà.

Foto by Leonora

5 commenti:

toto ha detto...

Bravo Giogio, mi piace la tua idea di non ragionare con la pancia. Io vorrei capire, non tanto le motivazioni del folle, quanto il motivo di tanto astio.

Per me, sotto sotto, c'è una forte invidia, anche se non so se questa era tra i personaggi della tela del Botticelli.

Ho fatto un post sul nostro blog e sarei contento se anche voi diceste la vostra.

Giorgio ha detto...

Caro Toto, leggerò subito il tuo post, ma volevo condividere con te ciò che scrive quel saggio di Gramellini, oggi su La Stampa di oggi, con il titolo: "Perché mi odiano?". Ecco qua:
"Non capisco perché mi odino, ha confessato a don Verzé in pieno trauma da giorno dopo, quando al dolore fisico si accompagna sempre la prostrazione morale. Berlusconi è l’opposto di Cyrano. Quello si disprezzava e, disprezzandosi, odiava essere amato. Silvio si adora, e adorandosi, desidera l’amore altrui, senza distinzioni. Non si rende conto che chi pretende l’amore attira con la stessa intensità anche l’odio.
I veri politici non pretendono di essere amati e infatti la gente li apprezza. Li ignora o li disprezza: sentimenti medi, razionali, gestibili. Solo un terrorista può spingersi a odiare un politico, però inteso come simbolo. Non colpisce Moro perché è Moro, ma perché rappresenta lo Stato. Invece Berlusconi viene colpito proprio in quanto Berlusconi. Non un politico, ma un’icona, una rockstar. Uno che suscita sentimenti estremi: nei fan (l’inno della Dc tedesca non si intitola «meno male che Angela c’è») come nei detrattori. Lui parla alle viscere prima che ai cervelli: e le viscere sono incontrollabili, da esse può scaturire tutto il bene e tutto il male del mondo. Questo, ovviamente, non significa giustificare il gesto di uno squilibrato e la violenza verbale di chi lo esalta sul web. È solo il tentativo di dare una risposta alla domanda drammatica che Berlusconi ha posto a don Verzé.
Sventurato il popolo che ha bisogno di eroi, scriveva Brecht. Ma sventurati anche gli eroi che hanno bisogno del popolo".

silvia ha detto...

Grandissimo Gramellini, ha superato di una spanna l'articolo di ieri del suo direttore. Solo un grande poteva elevarsi dalla banalità dei commnenti di questi giorni e citare Cyrano de Bergerac!! Guarda caso proprio mentre tornavo dal lavoro ascoltavo la meravigliosa canzone di Guccini ispirata a questa figura. Posso incollare il link?
http://www.youtube.com/watch?v=aznmbLLacfY&feature=player_embedded#
Cyrano che NON VUOLE RASSEGNARSI AD ESSERE CATTIVO, Cyrano che scrive invece che parlare all'amata, Cyrano che USA LA PENNA COME SPADA. La penna, non il soprammobile in mano a un labile o i fucili dei legaioli.

toto ha detto...

Giorgio, grazie mille per la risposta, devo dire illuminante. Posso chiederti il permesso di copiare questo stralcio anche su unico-lab, a meno che non lo voglia fare tu direttamente?

Giò ha detto...

Bellissimo post.
al di là del fatto in sè, mi preoccupa l'idea di una censura su internet ecc.
credo che ci siano già gli strumenti per controllare chi infrange la legge. se poi c'è tanta gente che si unisce su un social network per sparare cazzate, non è questo il problema.
i complotti si fanno lo stesso, se si vogliono fare.
soprattutto in silenzio.
quello che è successo è un fatto, che può accadere a qualsiasi personaggio pubblico di quel tipo. la troppa sicurezza di sè, forse, ha 'distratto' la persona interessata e chi doveva pensare alla sua sicurezza, lasciandosi andare al bagno di folla, rischiando di fare i conti invece con la 'follia' ...