lunedì 14 ottobre 2019

Davide contro Golia (La dignità della leggerezza)


C’è sempre qualcuno che rompe gli schemi e ce la fa, a dispetto di chi ci ha provato prima.
Mi racconta Roberto che Lindbergh riuscì nell'impresa della traversata atlantica per uno sgravio: gli altri puntavano sulla potenza, aumentando i motori per poter coprire più distanza ma nel contempo dovendo sopportare un peso che faceva da croce tombale ai sogni di gloria e alla loro stessa vita: lui scelse un motore solo, la leggerezza, e arrivò dove nessun altro aveva volato prima.
Un secolo dopo debbo all'aviazione una lezione analoga, anche se più personale, banale, prosaica.
La compagnia Ryanair, nel tentativo di massimizzare i profitti, impone gabelle sempre più minuziose, a cui nei rari viaggi che faccio mi picco di replicare con altrettanta ostinata e certosina pedanteria.
È così che - memore tra l'altro che il post più letto di gran lunga sul mio blog è questo, sulla virtù del togliere - ho accolto senza batter ciglio l’indicazione di contenere il bagaglio gratuito consentito alle misure lillipuziane di una borsetta, applicandomi con attenzione per portare con me il meno possibile, pur restando al di sopra della decenza, cioè prevedendo cambi di biancheria e abiti sufficienti per non restare senza in caso di freddo o pioggia.
Sono rimasto stupito e dunque provo indiretta gratitudine per il “gigante cattivo” dei cieli, poiché ho scoperto quanto poco serva, oltre alla piacevolezza di viaggiare lievi, di riuscire a godersela lo stesso, se non di più, senza peso in eccesso e zavorra.

P.S. Siccome ogni Davide, quando affronta un Golia, per vincere deve puntare alla guerriglia più che a una battaglia ad armi pari dichiarata, confesso di aver escogitato piccoli, innocenti diversivi, che riporto qui, per un’espiazione catartica, ammettendo che se dovessi sentirli raccontare messi in atto da qualcun altro ne riderei o ne resterei scandalizzato, giudicandolo meschino al limite della grettezza. Chiedo scusa dunque alla dignità d’essere umano e ai millenni di civiltà che mi hanno preceduto se prima di imbarcarmi, per ridimensionare lo zaino, ho indossato un maglione, una felpa e tre giacche (una però senza maniche), infilando nelle tasche tre paia di calze, una mutanda (pulita!) due libri, il caricabatterie del telefono, il telefono, un cappellino, sei pasticcini in una scatola esagonale, un deodorante (mini), lo spazzolino da denti e una maglietta da calcio del Portogallo (da regalare).

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