Al mio compleanno, da che sono nato, segue il giorno che nella tradizione contadina si dedicava al trasloco, con i lavoratori stagionali che lasciavano la cascina, la casa padronale, con la natura entrata a riposo e poche braccia necessarie a mandare avanti tutto.
È per una coincidenza che in questa data mi sia trovato ad entrare nei locali dove tuttora abito, e oggi, quarantotto anni dopo, riscopra pienamente il contatto con la terra, il gusto di mettere fisicamente mano all'erba, alle piante, al giardino.
Un piacere che in parte ha sostituito quello della lettura, l'unica esperienza che fino ad ora mi permetteva di distrarmi da tutto, di rilassarmi, di riparare, di "aggiustarmi", in qualche modo, entrando e vivendo un altro mondo.
Non so se durerà, se il desiderio irrefrenabile di accantonare tutto e di prendermi cura del prato, dell'orto, delle aiuole, del bosco, sentendomi con la natura un essere unico, durerà a lungo, se sarà un fuoco di paglia o goccia che scava la roccia, che cambia non soltanto l'esterno di casa oppure l'essenza di ciò che sono, dentro.
Faccio pochi calcoli, come ho scritto ieri, "vivo l'attimo", avvertendo tuttavia il germoglio di un cambiamento profondo e intravedendo all'orizzonte il desiderio di essere un uomo diverso, con differenti obiettivi, priorità, la volontà di rifuggire l'ansia, lo stress, togliendo dal piedistallo la carriera, la posizione, il denaro, il comando, entrando più in armonia con il mondo, assecondando la ruota che gira, da sempre, sentendomi parte di un tutto.
Sono sulla soglia di quella stagione di vita tra estate ed autunno. Sto diventando vecchio.
Mi fa un poco paura, ma non mi dispiace affatto.
P.S. L'undici novembre ricorda San Martino, santo guerriero, famoso per avere diviso il mantello con chi aveva freddo. In quel mantello diviso io vedo tuttora un simbolo, il segno del materiale che non può, non deve essere fonte di divisione, piuttosto deve essere diviso, poiché esiste qualcosa di più grande, importante, essenziale, buono. Uno scrupolo attuale oggi, in questo tempo in cui sempre più il denaro rischia di diventare la misura di tutto. Il contatto con la natura insegna pure questo: a mettere in giusta scala il valore del possesso, dell'armonia, del tempo, dei fini, del mezzo.
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