lunedì 30 giugno 2008

E guardo il mondo da un oblò


Oggi ho asciugato una lacrima a Giorgia, che ha otto anni ed è mia figlia e mentre stavamo parlando del più e del meno mi ha sussurrato all'orecchio: "Non voglio diventare grande". Non so perché l'ha detto, certe cose le bambine non le spiegano e i padri imparano presto a non insistere, tanto è lo stesso. "Quando guardo le foto di quand'ero piccola, voglio rimanere così" ha solamente aggiunto. E io sono rimasto zitto, limitandomi a tenerla stretta tra le braccia. Poi, quando il magone l'è passato, ho risposto che diventare grandi non è poi così brutto, solo non bisogna essere impazienti di diventarlo presto, né timorosi che venga quel momento.
Il tempo ("Il ladro d'acqua" come lo chiamavano i greci, che ad acqua avevano le clessidre, come ho imparato da un bel libro di Ben Pastor) se lo si asseconda è meglio. E come avevo scritto in un precedente post (almeno così mi pare, anche se non ho voglia di andare a cercarlo) mi rassicura il fatto che veniamo da lontano e anche se non so dove andremo, certo non ci fermeremo qui e tutto scorre e passa e io un giorno non sarò più come è capitato a mio padre e al padre di mio padre prima di lui e capiterà ai miei figli e ai figli dei miei figli. Ma questo non l'ho detto a Giorgia, anche se per un momento l'ho immaginata con i capelli grigi, asciugare le lacrime di una nipotina che assomigliava dannatamente a lei e diceva le stesse cose che lei oggi ha confidato a me. Non l'ho detto perché i bambini insegnano che in certe occasioni le parole non servono, perché non si può spiegare a voce tutto ed è meglio restare abbracciati, in silenzio.

Foto by Leonora

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Mentre facevo servizio civile a Olgiate, sono stato impiegato anche come "signorina" dello scuolabus. Dai bambini delle elementari ho avuto lezioni incredibili. Un giorno Giada, di otto anni, famosa per suonarle a tutti i maschi che le capitassero a tiro (e da me ripresa per questo), mi disse: "nella vita c'è chi le da e chi le prende. Io ho deciso di darle". Forse pappagallava, ma cosa rispondi a una di terza elementare che ti dice così???

loris ha detto...

Assapora fino in fondo la gioia di stringere tra le braccia un figlio; è un emozione senza tempo!

Anonimo ha detto...

Non vedo l'ora di vivere esperienze di questo tipo. :)

Giorgio ha detto...

@ tutti: mercì

valentina orsucci ha detto...

Me lo ricordo benissimo il giorno in cui ero in macchina con mia mamma, scendendo da Lipomo e girando a destra verso como, e le ho detto "Ho paura di diventare grande. Voglio essere sempre piccola".
Onestamente non ricordo cosa mi ha risposto. Ma mi ricordo perfettamente quel momento, in cui forse ho iniziato a crescere.
Fai bene a soffermarti su quello che ti ha detto. Ma soffermati anche sul fatto che l'abbia detto in quel modo, e commuoviti senza pietà, perchè vuol dire che sei un ottimo papà.

(p.s. ma i maschi danno qualche soddisfazione??? :D

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

(Una figlia, un abbraccio:
e la continuità della vita...)




ALL'ESTUARIO DI NOI

Come acqua fra le falde
scorriamo, attraverso la vita.

Lasciamo depositi in riva,
invisibili o ampi, a firma
del repentino passaggio
e in silenziose tracce.

Che resterà, dei sedimenti
all'estuario cosmico di noi?

L’impronta d'impegno e d'amore
lasciata - se è accolta nei cuori.


Luciana
.
http://www.comoinpoesia.com
.

Unknown ha detto...

E' vero che a volte le parole uccidono i pensieri e rischiano di essere fonte di fraintendimenti:nel timore è davvero meglio lasciare parlare il silenzio ed i gesti.
Detto questo delle parole tu sai fare un uso particolare ed anche se non ti conosco abbastanza per dirlo mi sembra davvero che non tradiscano mai i tuoi pensieri.Sembra che ti si adattino perfettamente.
Insomma tutto questo giro di parole per dire che quando tocchi corde profonde il suono che ne esce è sempre una melodia che pervade piacevolmente.
:-)

Tiziana Russo ha detto...

che delicatezza questo post...
;O)