venerdì 10 ottobre 2008

"Ti..nan": il valore di in concerto


In redazione c'è febbre da superenalotto. Sarà che avrò preso troppi antibiotici da piccolo, ma non avverto il contagio da gioco, la smania di ritrovarmi ricco dalla sera alla mattina. Tra l'altro, ora come ora non avrei nemmeno nessuno da cui andare e fare il gesto dell'ombrello o una pernacchia, aggiungendo un bel: "Tiè, state lì voi adesso!"
Parimenti, come lo struzzo cerco di non pensare al terremoto economico che sta accadendo nel mondo e che brucia miliardi su miliardi, compresi probabilmente parte dei miei quattro soldi, messi da parte giorno per giorno con l'unico scopo di non ritrovarsi un domani con le spalle al muro. Forse ne usciremo indenni, forse è solo l'inizio di un tempo gramo. A maggior ragione mi pare opportuno dare valore alle cose che non hanno prezzo. I rapporti personali, l'amicizia ad esempio. Tramite Facebook ho ritrovato persone care e perse di vista da un pezzo (Mariagrazia, Riccardo, Claudio, Valentina, Silvia Cipo, Deborah...), altre che mi sono care ma vedevo di rado e invece adesso tengo nel mirino (David, Elisa, Viviana, Luca...) e altre ancora di cui ignoravo l'esistenza ma che mi sono stati simpatici da subito (Lucia, Barbara, Simone, Natasha, Augusto). Il problema è che sono troppi: centoventidue, un bel numero. Qualche amico, molti conoscenti, qualcuno perfettamente sconosciuto. Ma perché ho iniziato a scrivere di Facebook? Ah sì, ecco: per i rapporti personali, l'unica moneta che non conosce inflazione anche se si continua a battere conio. Compagni di strada che si prendono e si lasciano. A volte i cammini non si incrociano, altre volte le unioni si saldano. E a proposito di amicizia, voglio segnalare un'iniziativa di cui volevo scrivere già una settimana fa, ma che mi ha commosso talmente tanto da lasciarla per qualche giorno nel cassetto. Mio zio Gianni, il fratello di mia mamma, morto a maggio dell'anno scorso, aveva un collega e amico straordinario, Arnaldo Pagani, impiegato di banca e viaggiatore e musicista a tempo guadagnato. Sabato 25 ottobre, al cine teatro Pax di Lurate, per ricordare il suo amico Gianni, Arnaldo ha organizzato un concerto. Musica alla buona, leggera in ogni senso. A commuovermi però, oltre alla sua fotografia sorridente (scattata mentre era in Patagonia, con lo stesso Arnaldo) è stato il titolo. "Ti...nan" ha chiamato quest'idea di revival concerto. "Ti...nan" era l'espressione più usata da mio zio Gianni, "tu...ragazzino" potrei tradurla malamente dal dialetto lombardo. Ecco, in quel "ti...nan" è racchiuso tutto: la gentilezza di un gesto, il senso del ricordo, l'amore limpido per un amico. Un patrimonio che va al di là della morte e la cui cifra non starebbe in nessun mega assegno.
Foto by Leonora

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