sabato 7 febbraio 2009

Vecchi pregiudizi e nuovi miserabili


Oggi parlavo con un'amica (un'amica davvero in gamba, ma non scriverò chi è, perché poi dice che esagero con i complimenti) della delusione di chi ha votato Pd e vede dilapidato nella sciatteria un atto di fiducia. Ci ho ripensato dieci minuti fa, quando sulla copertina de L'Espresso, dedicata alla brutta figura complessiva degli euro parlamentari italiani, compariva tra gli altri Achille Occhetto. Era un fotomontaggio, d'accordo, però mi domando: cos'è rimasto di quel signore che alla Bolognina ha chiuso, in sincere lacrime (sincere parevano a me, almeno) una storia politica lunga una vita? Cos'è rimasto di quel gesto, di quell'idealità in chi poi si barcamena a Strasburgo per trenta cinquemila euro al mese? Chiunque ponga una domanda come questa viene bollato di qualunquismo, eppure non è un quesito accessorio. Cosa resta di un'aspirazione di giustizia sociale, libertà, eguaglianza in Bertinotti, Ferrero, D'Alema, Nicky Vendola... Forse non saranno gente da salotto (Bertinotti è almeno da soggiorno...) però a mio parere i poveri cristi gli fanno schifo. E per poveri cristi non intendo il senzatetto o l'immigrato o il disadattato, bensì quelli che prendono milleduecento euro al mese e ne spendono milleduecento comprando le cose al Bennet e ingozzandosi al McDonald e maledicendo il disadattato, l'immigrato e il senzatetto... I poveri sono un film che questi signori (e anch'io, purtroppo) pensano sempre medesimo a sé stesso e invece è cambiato e non abbiamo più lo stomaco per accettarlo. Parliamo di poveri, non li conosciamo. Con buona pace di Gaber, non esistono più luoghi dove barbera e champagne vanno a braccetto. Il barbera è un vino nobile, mentre qui si tratterebbe di adattarsi al Tavernello. E' il motivo per cui la Lega va a gonfie vele, perché non hanno la puzza sotto il naso e se c'è odore di sudore tanto meglio.
P.S. Non sono mai stato comunista, né leghista.
P.S.S. Mi è assai piaciuto il richiamo al valore della sobrietà che ha fatto il cardinale Tettamanzi, la cui diocesi ha istituito un fondo di solidarietà a favore delle "persone e famiglie in difficoltà". Persone e famiglie. Non solo uomini, solo donne, solo italiani, solo immigrati, solo sposati, solo divorziati, solo etero, solo omosessuali... "Persone e famiglie"... Ricordo a memoria la frase con cui monsignor Bienvenu Myriel, vescovo di Digne, ne "I miserabili" accoglie Jean Valjean: "Questa porta non chiede a colui che entra se ha un nome, mase ha una sofferenza".
Mi piacerebbe, una sera, chiacchierare con il mio amico Luigi Nalesso, che lavora alla Caritas di Como. Mi piacerebbe "ascoltare" di poveri...
Foto by Leonora

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Questa porta non chiede a colui che entra se ha un nome, mase ha una sofferenza".

Peccato che troppo spesso, da parte delle gerarchie, quella sia solo una bella frase da feuilleton.

Non illuderti che la Chiesa Italiana sia tutta ad immagine e somiglianza di Carlo Martini, molte volte ci sono i Ruini e i Maggiolini...

Giorgio ha detto...

Io non sono così drastico. Anche se lo scrivo con prudenza, perché so che certe cose non si vogliono sentire, c'è molto Ruini anche in Martini e Martini in Ruini...

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)