martedì 19 gennaio 2010

Camminare (In verticale)

In questi giorni sono asciutto d'idee e preferisco leggere che scrivere. Confermo quanto detto qualche giorno fa: c'è un sacco di gente che ha stoffa di parole e usa benissimo ago e filo. Ne ho citati alcuni, ne aggiungo un altro. Un'altra, anzi. Paola, che ha passione e talento per la bella calligrafia.
Breve inciso personale: ricordo quand'ero bambino, frequentavo le elementari e il pomeriggio ero tenuto a balia dalla zia Angelina, che non sopportava il disordine con cui tenevo libri e quaderni. "Sei una zampa di gallina" mi diceva stizzita, portando invece in palmo di mano Marilena, che era quasi mia coetanea e a suo parere era l'archetipo della precisione e raffinatezza. Marilena diventò poi una splendida ragazza, corteggiatissima, elegantissima e con uno stile originale, capace di distinguersi ovunque senza bisogno di diventare appariscente, ma per me è sempre rimasta quella pietra di paragone pungente e inarrivabile, anche quando, con il passare del tempo, ho affinato tratto e precisione manuale.
Chiuso l'inciso, torno a Paola e al suo blog, che aggiorna con il contagocce e di cui riporto qui - senza chiederle il permesso - l'ultimo post, che risale ormai a novembre e che mi è piaciuto assai. S'intitola "Dedalo".
In italiano viene utilizzato il sostantivo dedalo per indicare un intrico (solitamente di strette vie) simile ad un labirinto, derivando il termine dal costruttore per antonomasia del labirinto, Dedalo appunto. Nel cercare la via, l'uscita e il modo per sbrogliare la matassa, si rischia di far passare tutta la vita. E se invece guardassimo il cielo? Se la strada non fosse in orizzontale, ma in verticale?
L'affanno nelle piccole cose porta a ingigantirle oltre misura. Una vita che finisce, muore, proietta fuori da ogni dedalo. E questo allontanarsi mette in luce, paradossalmente, cosa si ha di molto vicino. A cosa dare valore. A chi dare ascolto. A chi dedicare del tempo. A chi rispondere.
Ho in questi giorni taciuto alle parole di una donna con cui lavoro, che spara sentenze e poi si scusa, determina regole che poi trasgredisce, si pone superiore quando afferma di essere umile, si sforza di chiedere assoluto rispetto, quando rispetto agli altri non ne concede. Mi sono solo sporta, dunque, sul suo dedalo e ho visto che non ha cielo per camminare in verticale.
Manca di misura il suo sguardo e l'intrico sale a coprire ogni varco. Così ho taciuto.
Foto by Leonora

3 commenti:

Wilma ha detto...

Grazie per averci fatto conoscere queste belle parole. Lo considero un regalo.

silvia ha detto...

Cosa stai leggendo?

Giorgio ha detto...

@ Wilma: grazie
@ Fuma: sto leggendo La versione di Barney, che ho cominciato già un paio di volte senza mai completare l'opera. E tu?