mercoledì 23 giugno 2010

Campari rosso


Potenza dei motori di ricerca: mi ha scritto l'ufficio stampa di Matteo Marzotto, per chiedermi se poteva inserirmi nella mailing list così da restare informato sulle prossime iniziative della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, di cui lo stesso Marzotto - che ha perso una sorella, accompagnandola passo passo in quel calvario senza lieto fine ch'è la vita di chi nasce con questa patologia - è cofondatore e vicepresidente. Lo scrivo per un motivo egoistico (dimostrare che pure un blog insignificante com'è in fondo questo può avere una visibilità e, dunque, un potere) e per un motivo altruistico (ricordare che tutto il ricavato del libro andrà all'associazione, mi spiace non averlo precisato nel post precedente e me ne scuso, aggiungendolo qui: chi volesse saperne di più, questo è il link della fondazione).

Cambiando argomento: oggi ho trascorso un giorno di vacanza vera, nel senso che erano anni e anni che non ne passavo uno altrettanto spensierato, vuoi per malattie di qualche familiare, vuoi per i lavori da fare in casa, vuoi per il lavoro vero e proprio che condiziona anche quando sto a casa. Stavolta ho deciso di staccare davvero per almeno cinque giorni, così stamane mi sono svegliato presto, mi sono fatto portare in centro a Como e da lì sono tornato a casa a piedi, salendo fino al monte Croce e poi seguendo tutta la dorsale della Spina Verde da San Fermo a Drezzo, tagliando infine per Gironico e tornando a casa per le dodici e mezza in punto, preciso preciso per mettere le gambe sotto al tavolo e rifocillare cuore e pancia. In tutto ho camminato cinque ore su e giù per le colline, senza mai fare sosta, in solitaria. Non essendo propriamente allenato per le lunghe distanze, ho avvertito qualche leggero fastidio muscolare verso metà mattina, che è via via peggiorato, trasformando i chilometri finali in una serrata lotta tra il desiderio di sedermi e farmi venire a prendere oppure continuare insensibile ai quei due tronchi d'ardesia che nel frattempo eran diventate le mie gambe. L'ostinazione e la cocciutaggine alla fine hanno prevalso e devo ammettere che le conseguenze sono meno gravi del previsto: dicono che i muscoli hanno buona memoria, forse i miei si sono ricordati di qualche mitica gita in Trentino o in Valtellina. Di quelle al lago Turchino -ad esempio, nella valle sopra Grosio, meta abituale di ogni estate al tempo della giovinezza, escursioni in cui ogni volta mancava poco alla certezza di veder apparire sull'irto e interminabile sentiero la madonna. Non canto però vittoria: il peggio, lo so, sarà domattina, quando rimpiangerò di non avere in dotazione uno di quei montascale che puoi fare su e giù dalla mansarda al pian terreno con la carrozzina. Comunque, indolenzimenti a parte, ne valeva la pena. Ho fatto fatica, è vero, ma sono felice perché volevo ridare valore e provare sulla mia pelle ciò che per gli uomini era l'unico mezzo di trasporto dalla storia primitiva fino al secolo scorso, quando la bicicletta e poi addirittura le moto e le auto sono diventate un prodotto accessibile alla massa. Lurate, Como e poi di nuovo Lurate era il viaggio che il vecchio Belloni, il papà della Luigi "postina" e di sua sorella Vincenzina, faceva ogni giorno con in spalla le pezze della Tessitura Stucchi. Un giorno - sono state proprio le due sorelle, pace all'anima loro, a raccontarmelo divertite - il loro papà e il garzone che lo accompagnava decisero che si poteva fare una pazzia: fermarsi a metà strada, sulla via del ritorno, e bersi un bicchierino. Fecero così sosta alla trattoria di Breccia, che riportava un'invitante scritta a caratteri cubitali sul muro esterno: "BEVETE CAMPARI CIOE' VERMOUT". Quando l'oste li vide entrare e chiese cosa poteva offrire, i due confabularono un poco, esclamando infine decisi: "Ci dia due... Cioè!". Chissà che domani non mi scriva anche l'ufficio stampa della Davide Campari. Diventerei rosso.
Foto by Leonora

2 commenti:

Unknown ha detto...

grande giorgio!
e grazie per aver voluto, con generosità e professionalità giornalistica, ricordare questa terribile malattia genetica, per la quale è morta la figlia di mia moglie, silvia, a soli 10 anni, dopo un fallito trapianto di polmoni.
ecco il suo gruppo facebook :
http://it-it.facebook.com/group.php?gid=57413801533&ref=ts

io abito a bologna da 11 anni ma so che dalle vostre parti è attivissima e agguerrita la delegazione di como della fondazine ricerca fiborsi cistica.

ti segnalo i dati :
Sede:
Via Trento , 25
22030 Pusiano CO

Recapiti Telefonici:
Tel. 031 6121339
Fax 031 658211
Tina Mallia : 320 4678889
Angelo Volonterio : 340 2581200

Mail:
ffcdelegazionecomo@libero.it

a presto.

LUCA

Giorgio ha detto...

Grazie Luca, provvederò...