giovedì 17 giugno 2010

Non ti scordar di me


Dei sette vizi capitali combatto la superbia, capisco poco dell'accidia, concedo qualcosa all'avarizia, temo gola ed ira, vorrei cedere più spesso alla lussuria, non conosco invidia.
Mi piace stare ad ascoltare la gente e detesto parimenti coloro che cominciano ogni frase con: "Ti spiego" oppure "Ma sì, l'ho detto". Dicono sempre tutto e non sanno veramente niente.

Oggi sono andato a Como, dopo settimane d'eremita. Mezz'ora in tutto, il tempo di parcheggiare, camminare qualche minuto per le vie della città murata e bere un caffé. Ho incontrato Mario, cortese ma ch'è stato sulle sue, e nessun altro. Di quel dedalo di strade che per tanto tempo sono state la mia vita non è rimasto che il ricordo. Lo scrivo serenamente, perché sono quieto dentro, conscio di non avere rimpianti né rimorsi, avendo vissuto allora e vivendo appieno adesso. L'estate qui attende il solstizio vero e proprio: anche oggi pioveva, c'era aria pungente e un cielo di novembre, grigio e scuro. Sul terrazzo di casa non ho ancora cenato e, se penso che qualche settimana se ne andrà in vacanze e a settembre sarà già tornato il fresco, mi viene un poco di tristezza considerando che la bella stagione dura a malapena un mese e mezzo. Penso a tutti gli amici che vorrei invitare o vedere per un pranzo la domenica o una sera, in compagnia. Viviana, ch'è tornata dagli Stati Uniti, e sua sorella Elisa, con sua figlia Alice che ho tenuto di battesimo. Raffaele e Rosy. David, con Massimiliano e rispettive mogli. Marco, Sonia, i due Mauro e Paola, per la grigliata che consacra la bella stagione e se non la facciamo porta jella e rischia di scatenarsi il diluvio. Manuela e Davide, con Luigi e Cristina, a cui l'avevo promesso tempo addietro. I genitori dei compagni di squadra di Giacomo. Elena, Riccardo, Paola e Paolo. Valentina e Andrea, con Maria Luisa, che ho nel cuore e non vedo da un sacco di tempo. E poi i ragazzi del Como Blog, Elena in testa. E l'altra Elena, con sua sorella Paola. O Chiara, che ancora attende il regalo di nozze, ch'è bell'impacchettato qui a casa: me ne vergogno, ma con il passare degli anni sta diventanto un pezzo da museo. E ce ne sono altri, di amici che vorrei accanto, anche se ora non li rammento, ma sono sicuro mi balzeranno in testa appena avrò spento il computer, lasciando dire tra me e me: "Ma come ho fatto a dimenticarmi? Che pirla sono stato...".

Tanti sassolini insomma, che lascio cadere qui, come Pollicino con le briciole di pane sul sentiero. Anche se quest'estate sarà breve, vorrei non ritrovarmi il prossimo autunno al punto e a capo. Se oggi sono tornato a Como sereno è perché il mio tempo l'ho goduto: sarei felice di poter dire lo stesso di questa mia età, tra qualche anno.

Foto by Leonora

2 commenti:

Wilma ha detto...

La grigliata...mmm, che buona!
Mi sembra già di sentirne il profumo...Posso autoinvitarmi?

Elena Trombetta ha detto...

E' uno strano periodo, per molti. Anzi: per tutti quelli che hanno il coraggio di ammetterlo.
Un inverno lungo, non solo metereologicamente parlando.
Aspettiamo tutti un primo raggio di sole :)