Foto by Leonora
Venti righe. Indro Montanelli sosteneva che in venti righe si può raccontare tutto. Bastano tre parole invece per spiegare le ragioni di questo blog: comunicare, in libertà. Per il resto, vale per me ciò che scrisse Jorge Luis Borges, "I miei limiti personali e la mia curiosità lasciano qui la loro testimonianza".
mercoledì 13 aprile 2011
Ciao Roberto
"Se posso fare qualcosa...". Invece non si può fare niente. Se non stare in silenzio, muti, attoniti, impotenti, nudi di fronti al dolore di un padre e di una madre che hanno perso il figlio, di una donna che non ha più il marito, di due bimbi piccoli che del padre conserveranno l'affetto e un ricordo pallido. Oggi su un pendio di Lasnigo è morto Roberto, che ho visto crescere all'oratorio e in tante vacanze insieme, un tempo ormai lontano. Aveva trentasei anni e se n'è andato in questo giorno di sole, aria fresca e cielo limpido. L'ultima volta l'avevo visto un paio di settimane fa e mi aveva salutato con quel suo fare spiccio e deciso insieme. Lo ricordo bambino, quando voleva sembrare già adulto e facevo lo sguardo corrucciato, salvo aprirsi in una risata ch'era fragorosa e decisa, come un colpo di schioppo. Per anni ho frequentato la sua casa, suo padre faceva con me catechismo e Roberto aveva sempre qualcosa da fare nell'orto o nel portico, ingegnandosi, senza mai restare con le mani in mano. Anche tra i ragazzi, aveva modi spicci, irruenza, coraggio e un fisico atletico e compatto, che sopperiva ai centimetri che gli mancavano. Era campione a "sparviero bulldozer", un gioco da uomini veri, e divorava piatti di pasta da annichilire i commensali, che magari pesavano il doppio di lui. C'è una fotografia bellissima, che ho ritrovato stasera, di noi due, qui sotto casa, quando in mezzo al prato c'era ancora un enorme tavolo di cemento. Giocavamo a chi faceva cadere l'altro, in una sorta di braccio di ferro. Ridevamo entrambi, d'un sorriso ampio, aperto, senza ombra. Voglio ricordarlo così, ancora bambino ma già adulto. Per la mamma Silvana, il papà Elio, il fratello Piero, la moglie Barbara e i suoi due bimbi, di quattro e sei anni, non posso fare nulla. Se non appunto farne memoria, conservarne il ricordo, l'unico luogo di questo mondo dove i nostri cari sempre vivono.
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1 commento:
è strano che sono proprio le persone semplici, quelle che normalmente non ti sono così vicine a lasciare un segno più profondo nell'animo..
ti tengo così anch'io robertino, nella memoria, con quello sguardo quasi di sfida, ma sempre solare ed energico
mi chiedo quale destino spetta ai giusti e quale ai folli....
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