venerdì 13 maggio 2011

Come fili d'erba (Ogni cosa a suo modo e tempo)


In questi giorni sul giornale sono in versione prezzemolo, per cui scrivo meno qui. E' una sorta di camera di compensazione: non avendo il talento e la fecondita d'un Maupassant, cerco di non abusare e svilire la vena produttiva. A casa, taglio spesso il prato. Una volta alla settimana, così che l'erba resti sempre rasata e non debba raccoglierla, lasciandola invece sminuzzata e sparsa, in modo che marcisca e torni alla terra che l'ha partorita. Fino all'estate scorsa non lo facevo, ma un giorno, proprio mentre ero seduto sul trattorino, passando sotto le fronde del faggio mi sono trovato a riflettere sulla saggezza della natura. Quell'albero immenso estrae dal terreno circostante tutto ciò di cui ha bisogno, però al tempo stesso restituisce sotto altra forma le sostanze che ha assorbito. Un cerchio perfetto. "Perché non faccio lo stesso con l'erba?" mi sono chiesto. L'ho fatto. Vedremo i risultati di questa scelta ecologica tra un anno, o almeno in autunno. C'è un'altra cosa che ho pensato, mentre la lama del tosaerba girava a tutto spiano: il prato sembra uniforme, tuttavia basta osservarlo da più vicino per scoprire una varietà di erbe differenti, che mutano di settimana in settimana. C'è il periodo dei fiori e quello del trifoglio, quello delle foglie ampie e coriacee e di quelle aguzze e affilate... Una varietà ch'è la stessa nella vita di un uomo, che a seconda della stagione, del suo tempo, muta pur se noi lo consideriamo un tutt'uno. Io ad esempio. L'involucro è, all'occhio distratto, sempre il medesimo, invece cambio, soprattutto dentro. In questo periodo sono più pacato, riflessivo, in altri i sensi prendono il sopravvento. Ciò che mi è facile adesso potrebbe esser arduo il mese prossimo e viceversa. Abituati come siamo alla standarizzazione della produzione, applichiamo lo stesso metro all'esistenza, che invece è più simile al vecchio mondo della campagna, del manufatto artigiano. Ci aspettiamo una linea piatta, solitamente in progressiva ascesa, dal bene al meglio, mentre a guardarci bene siamo un percorso di onde, spirali, che a volte sprizzano, altre si raggomitolano. Rendercene conto è un buon modo per non pretendere troppo o troppo poco da noi stessi, così da essere più sereni e in pace con il mondo.

Foto by Leonora

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