lunedì 16 maggio 2011

Politici in tv: nessuno a pranzo


Faccio eccezione all'anno sabbatico da telespettatore della politica, infilando tutto d'un fiato La 7, Sky tg 24 e, latte alle ginocchia in fundus, Porta a porta. Per buona creanza nei confronti della categoria a cui appartengo, tralascio ogni commento sull'arredamento in fotocopia dei vari uffici dei direttori dei giornali (a parte le esposizioni di mobili in Brianza, l'unico luogo dove le enciclopedie fanno bella mostra di sè), passando direttamente a loro, ai politicanti per professione, gente che frequenta parlamento, governo e famiglia nelle pause delle comparsate televisive. Video ergo sum. Gasparri, La Russa, La Torre, Enrico Letta, Bocchino, Luppi, Buttiglione (c'è ancora Buttiglione!!!): tutti a spiegare ch'era ovvio, che l'avevano detto, tutti a discettare in punta d'eloquio non solo le finissime strategie del loro partito, ma soprattutto come la penso io, proprio io, l'elettore. A sentirli loro mi conoscono benissimo, sanno cosa voglio, cosa penso, ma se così fosse dovrebbero ammettere che non gli affiderei un centesimo, figuriamoci il futuro di mio figlio. Sono mestieranti sazi e usurati, che al di là del teatro messo in scena, danno l'idea di badare soltanto ai fatti loro: la barca, la casa in centro, le vacanze ai Caraibi, le scarpe Tod's, pranzo e cena al ristorante dove l'antipasto viene venti euro. Per fortuna arriva la pubblicità, a interrompere trenta minuti di chiacchiere inutili e banali, associati a un florilegio di numeri in cui già alla prima tabella mi perdo. "L'Udc, dov'é l'Udc?" grida Vespa alla giornalista che legge i dati. Ovunque sia, l'Udc non lo trovano. Non me ne faccio un cruccio. Riparte la sfilata dei direttori, novelli Re Magi in visita al bambinetto Bruno: invece di oro, incenso e mirra, offrono come gentile cadeau la prima pagina del loro quotidiano. Schiaccio il tasto "spegni" del telecomando, mentre il mio mito de Bortoli, uno che hanno stirato da piccolo e non fa un plissé cascasse il mondo, s'aggiusta il ciuffo. Mi pento. Riaccendo. De Bortoli (come la scrivo la d minuscola, se è in principio al periodo?) s'è congedato. C'è invece Sallusti, stranemente basso, quasi incassato nella sedia, con il piano della scrivania che gli arriva alle ascelle. Sembra Gollum. Rispengo. Mi preparo per andare a letto e mentre spazzolo i denti (con i capelli non lo faccio più da un pezzo) penso che fuori dallo schermo c'è altro, tante persone serie che ancora ci credono, che non si accontentano del bla bla bla e ogni mattina vanno nel loro Comune o anche in Parlamento, cercando di combinare qualcosa di buono. Nelle orecchie ho ancora il gracchiare di Luppi, La Russa, La Torre, Buttiglione, Donati... Mi vengono in mente le loro facce: non ce n'é uno con cui andrei volentieri a pranzo. Ci sarà pure un motivo...

Foto by Leonora

1 commento:

Anonimo ha detto...

compreresti un'auto usata da Sallusti? io no!
LUCA