mercoledì 11 maggio 2011

Uomini e donne (L'abc e il resto dell'alfabeto)


Vorrei averle qui tutte, oggi, o almeno parlar loro, chiamarle, sentirne la voce, guardarle negli occhi, anche a costo di abbassare per qualche istante il mio di sguardo, per non essere stato all'altezza, per averle in qualche misura deluse, pur se non ero in cattiva fede, semplicemente perché come (quasi) ogni maschio sono così banale, squadrato, povero rispetto alla varietà, alla complessità, alla ricchezza loro. Sto parlando delle donne della mia vita. Tutte. Da mia madre a mia moglie a mia figlia alle amiche più care che ho e che ho avuto, alle compagne dell'asilo e di scuola, a quante hanno condiviso con me momenti indimenticabili e anche coloro che ho soltanto sfiorato, scambiato qualche parola, guardato, immaginato, sognato. Vorrei avere una seconda possibilità con tutte, per chiedere in qualche modo scusa, per dir loro che anche se non riesco a capire fino in fondo ciò che hanno di speciale, di unico, di ricco, di così eccezionalmente diverso, però l'intuisco. Specialmente in questi giorni, che pur sono stati per me un tormento, per una serie di malintesi e incomprensioni con chi mi è più vicino. Credevo di essere dalla parte della ragione assoluta, ero arciconvinto delle mie posizioni, come il matematico che somma due più due e fa quattro, non cinque né tre e mezzo o quattro e un quarto. La vita non è però matematica e il cuore dell'essere umano ha sfaccettature variegate, fragilità che io, ottuso, nemmeno immagino. Me ne sono accorto di fronte alla macchinetta del caffé, ieri l'altro. "Come siete elementari, voi uomini - mi è stato detto da una collega - siete le lettere abc, mentre noi donne siamo tutto il resto dell'alfabeto". Aveva ragione. Me ne sono reso conto subito, senza bisogno di farmelo ripetere, come tutte le cose che si sentono anche quando non si sanno, e basta una lama di luce per illuminare l'intero universo. A chi mi parlava non ho detto nulla, ma in quell'istante, come in una bolla spazio temporale, mi sono tornate in mente le migliaia di discussioni, anche le litigate, gli estenuanti arroccamenti sulle reciproche posizioni, e la mia stolida sicurezza, la granitica certezza che fosse chi mi stava di fronte dalla parte del torto, e il mio stupore perfino, che colei che avevo di fronte si sentisse ferita, offesa, che non capisse, non si rendesse conto di una verità tanto palese, che restasse nell'ombra pur in presenza di un bagliore per me acciecante, chiarissimo. Collegavo due punti, tiravo una linea e per me tutto era a posto, sistemato. Neanche sospettavo che potesse esserci attorno una casa, una strada nel bosco, un lampione acceso, il cielo stellato, campi di grano, torrenti, ruscelli, montagne, laghi, abissi profondi e vette ampie, dirupi, animali feroci, uccelli piumati, mostri angoschianti o angeli, insomma un libro, un paesaggio, un mondo. Non so se in futuro questa lezione servirà, non so se saprò evitare gli sbagli commessi in passato, se questa consapevolezza durerà a lungo oppure, come temo, resterà uno strappo isolato, prima che torni a prevalere l'ottusa corazza mentale del maschio. In ogni caso lascio queste righe a futura memoria, come colui destinato a perdere la memoria e lascia in una cassetta di sicurezza un messaggio, da poter rileggere quando l'illuminazione sarà svanita e tornerà a baloccarsi felice con le prime tre lettere dell'alfabeto, convinto che siano il tutto, dimenticando l'immenso resto.

Foto by Leonora

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono una delle donne della tua vita che ha avuto la fortuna di averti accanto.Ai miei figli auguro di incontrare Amici Veri,con i quali percorrere semplicemente un pezzo di strada insieme.Ognuno poi di strada prenderà la sua,ma nel cuore rimarranno sempre volti,parole e canzoni...la compagnia...E loro,GLI AMICI,che comunque ci sono e ti vogliono bene.GRAZIE!!!