domenica 22 dicembre 2013

Lara

Foto by Leonora
Spigliata, ironica, divertente. Se non fosse vera, in carne ed ossa, potrebbe essere la protagonista di un libro di qualche autrice inglese, pur se vive in Italia e italiana è, anche se non al cento per cento. Sua madre infatti viene dalla Turchia ed è come se partorendola le avesse fatto dono dei colori e delle spezie che in quella terra si trovano. Sono fiero di essere amico di Lara, una delle persone più perspicaci che conosca. Non ci vediamo quasi mai, ci scriviamo raramente, però per me è un punto di orientamento, come quelle stelle che oltre le nuvole sai che ci sono e quando le guardi brillano. Del suo giudizio mi fido, eccetto il trascurabile aspetto che nei miei confronti è troppo buona, indulgente, senza tuttavia perdere la presenza di spirito. Lara ha un talento: sa raccontare. Quando lo fa, cattura l'attenzione e nove volte su dieci strappa un sorriso. Non sono cosa abbia in serbo la vita per lei, che è ancora giovane e affamata di mondo. Attualmente fa la commessa, a Milano, e anche su questo potrebbe scrivere un libro, con il resoconto delle persone che incontra, la fauna internazionale che le capita a portata di sguardo e che senza sospettare chi si trovano di fronte offre di sé il meglio o il peggio, come sempre accade quando crediamo di avere a che fare con chi sembra umile, piccolo. Lei ci riesce benissimo, perché com'è spigliata dentro sa essere impassibile fuori, passando inosservata, scomparendo persino, con il corpo minuto e la voce bassa e un filo nasale, quasi da Paperino. A volte può sembrare sfrontata, ma non è supponenza, semmai un modo di difendersi, di assestare qualche gomitata per non finire schiacciata o farsi largo.
Anche se non la vedo spesso sono contento che ci sia e quando lascio traccia su Twitter o su Facebook so che non passerà inosservata e aggiungerà sale pure dove il mio pane è sciapo.
Potessi esprimere un desiderio o strofinare una lampada con dentro il genio chiederei di poterla guardare quando leggerà queste righe, vedere i suoi occhi grandi e scuri, d'uno scuro più luminoso e intenso dell'azzurro. Non so cosa direbbe lei, ma so cosa le direi io: "Grazie, conoscerti è un dono".

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