Foto by Leonora |
Gentilezza contrapposta all'arroganza, gentilezza come antidoto all'indifferenza, gentilezza nei modi, gentilezza che fa rima con dolcezza e va a braccetto con garbo, misura, eleganza. Gentilezza di cuore, spontanea, ma gentilezza anche della testa, ferma volontà nel guardare l'altro da pari a pari, senza sussiego, supponenza, falsità o piaggeria.
In un mondo di urlatori, di predicatori con la verità in tasca, ammetto di giudicare le ragioni altrui dalle enunciazioni senza foga, allenando l'orecchio ad escludere chi sbraita e ad ascoltare chi accompagna la schiettezza con il candore di un sorriso, con una simpatia che si coglie dagli occhi, nei quali non c'è ombra di cinismo o freddezza.
Gentilezza che premio, parlando bene dei luoghi in cui l'ho trovata. Ieri sera ad esempio, alla pizzeria Mamma Rita di Bulgarograsso. Oppure al supermercato di Massimo Gerolamo Augusto Ricca, sulla via che da San Lorenzo porta a Civezza, in Liguria. E ancora allo sportello dell'ufficio abbonamenti dell'Eco di Bergamo e della Provincia, le cui risposte mi capita di sentire mentre passo accanto alle scrivanie di chi se ne occupa (e non è un caso se gli abbonamenti aumentino, nonostante la crisi dell'editoria: gentilezza pure come lievito e motore della ripartenza).
Nella dedica su un libro che mi è stato regalato per Natale, uno dei colleghi che stimo di più ha scritto: "Manteniamo lo sguardo sulle stelle polari". Lo prendo in parola, augurandomi che non soltanto il nuovo anno, ma tutti quelli a venire, portino in dote una gentilezza rinnovata, nella consapevolezza che per chiederla agli altri devo essere per primo io a dimostrarla.
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