"Come stai?" è stata la frase che mi avete rivolto più spesso, con la spontaneità e la freschezza dei vostri sedici, diciassette e diciott'anni, una generazione che ho imparato a stimare, standovi in mezzo, conoscendola, mettendoci occhi, braccia, cuore, naso.
Non sarò mai grato abbastanza a voi, a "Via Novelli", a Paolo, che ha dato scintilla e sostanza a un'esperienza di vita, assai prima che a una trasmissione televisiva di BgTv e un canale su YouTube e tutto il resto.
Scrivo e vi vedo innanzi a me, uno ad uno, le decine che hanno partecipato attivamente nei mesi dell'epidemia e le migliaia che negli anni recenti sono stati protagonisti di "Che classe", chi facendosi notare, chi restando legato, chi semplicemente passando, entrando in contatto.
Mi verrebbe da sottolineare che mi sono sentito e un poco mi sento padre di tutti, ma sarebbe retorico: un padre l'avete o l'avete avuto già, basta quello.
Io mi accontento di esservi stato compagno, un compagno adulto, è vero, uno di quelli che non c'entrano niente con la vostra età, che stanno scomposti e allampanati, che non riescono neppure a starci con le gambe sotto il banco e a volte appaiono imbarazzanti, per ciò che dicono e che pensano, ma neppure sono estranei del tutto.
Nominare ciascuno più che impossibile sarebbe noioso: un lunghissimo appello, uno sterminato elenco nella rubrica del telefono. Mi limito a chi da marzo a giugno ha fatto gruppo e con Letizia e Fiorella ha tenuto alta la bandiera, impegnandosi praticamente ogni giorno.
Cari Alessandra Sortino, Alessandro Cerami, Alessandro Tuzzolino, Alice Rado, Beatrice Ana Papuse, Camilla Boniforti, Camilla Foresti, Egle Salvoni, Emanuele Amighetti, Esther Salvi, Francesca Rota, Francesca Garofalo, Federica Cangelli, Gabriele Ambrosini, Gabriele Cereda, Gaia Pagano, Giulia Zanni, Giorgia Gualandris, Lorenzo Filoni, Matteo Fumagalli, Mattia Scarpellini, Martina Belfiore, Michele Carobbio, Nicole Bertuletti, Nicole Gentile, Rebecca Gagni, Sara Suardi, Simone Gentile, Simone Signorelli, Simone Vavassori, Tommaso Masserini, Vittoria Bani... sappiate che "con voi sono stato lieto dalla partenza, e molto vi sono grato, credetemi, per l'ottima compagnia".
Il dono più bello che potesse capitarmi è proprio questo: conoscervi e di conseguenza avere fiducia nel presente, nel futuro.
P.S. Ho dato nome ai ragazzi di questi mesi, gli ospiti invece li ricordo in gruppo, pur così vari e diversi l'uno dall'altra, uniti dall'aver accettato di dedicarci energie e tempo non per soldi (mai pagato un centesimo, nessuno), né per fama o per dovere, bensì poiché hanno compreso la meta, il significato, lo spirito. Con ciascuno di essi esiste o si è creato un legame speciale, oltre ad una riconoscenza che per me vale più dell'oro.
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