“Sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza.”
(Steve Jobs)
Tu chiamala, se vuoi, cocciutaggine.
Dicono - da Darwin in poi - che alla fine non ce la fa il più forte, bensì chi meglio si adatta.
Io non trascurerei la resistenza.
Quanti colleghi migliori di me, quanti compagni di scuola dimostravano più talento o carisma, quanti si sono fermati, sul ciglio della strada, prima di arrivare alla meta, di realizzare il loro sogno o un proposito che avevano in testa.
Se dovessi lasciare un messaggio nella bottiglia per i miei figli, affinché trovino soddisfazione nel lavoro e più in generale nella vita, indicherei questi:
- chiarezza di visione, per capire cosa voglio, qual è l'obiettivo, la meta
- perseveranza, quell'ostinata volontà di continuare, di non arrendersi, di avanzare a dispetto delle difficoltà, delle delusioni, degli ostacoli incontrati lungo il cammino.
P.S. Dedicato a Nadia, che mi legge di notte e che quello che ha ottenuto, nella vita, lo ha afferrato sbucciandosi le nocche, con le dita, discostandosi dai modelli in cui volevano ingabbiarla e spiccando il volo, lanciandosi nel vuoto e poi prendendo quota. So che sta attraversando un momento lavorativamente non facile e che la stima altrui non basta, per cui dovrà attingere a tutte le riserve di energia. Di una cosa però sono certo: non perderà il sorriso, la freschezza, l'esuberanza. Perché fanno parte di lei. Sono la sua forza, la sua sostanza.
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