lunedì 25 ottobre 2021

Giorgio e il professor Dopodiché (Pro memoria)

L'ho sempre detto: tieni un diario, e un bel giorno sarà lui a tenere te.
(Mae West)

Scrivo sovente con "un occhio alla croce e uno a San Giovanni", cioè parlando ogni volta un poco di me, ma badando altresì ad esprimere qualcosa che interessi tutti o almeno quelli che passano da qui, con dedizione e affetto.
Faccio eccezione oggi, per rimediare a una lacuna di memoria che mi rendo conto essere evidente - e a cui ho già accennato qualche giorno fa, citando la sorpresa con cui osservo i "miei ricordi" proposti dai social network - elencando ad uso personale alcune azioni che distinguono questo scorcio di tempo, così che un giorno possa esclamare: "Ah però! Non lo ricordavo".
Per cominciare, ascolto molti podcast. Ad esempio, tutti quelli di Barbero (il "professor Dopodiché", come mi viene spontaneo chiamarlo, per quell'espressione che ha come intercalare e che adoro), ma anche Focus Storia o altri similari.
Leggo non tanto quanto in passato, rari i romanzi, più numerosi i saggi, specialmente di antropologia (il migliore di tutti, consigliatissimo, La vita spiegata da un Sapiens a un Neanderthal di Juan José Millás  e  Juan Luis Arsuaga, ma pure La scimmia nuda di Desmond Morris) o di sociologia, come quello di cui ho scritto ieri, di Rutger Bergman, nel post sul calcio.
Guardo pochissimi film e molte serie tv, su Netflix.
Due di esse mi hanno di recente affascinato, per motivi opposti: The Good Doctor e Big Mouth.
La prima, molto americana, paternalistica, commovente, capace di far riflettere e insieme offrire uno spaccato della modernità, del tipo di società che il sistema vuole proporci (imporci, direbbe qualcuno).
La seconda, una serie animata, anch'essa molto americana, spudoratissima, cinica e caustica, capace tuttavia di parlarci di noi e delle nostre pulsioni, dei desideri, delle paure, delle vergogne di ciascuno, trasmettendoci l'idea che sono assai simili a quelle altrui, per cui non siamo soli a questo mondo.

P.S. Fino a qualche settimana fa Benedict Cumberbatch era il mio attore preferito. Lo è tuttora, a pari merito però con Freddie Highmore, semplicemente strepitoso nell'interpretare il protagonista di The Good Doctor. Sia iscritto a verbale, anche se tranne il sottoscritto non interessa nessuno.


Nessun commento: