Bruni sordo. I politici di razza hanno più fiuto
Un uomo solo è al comando. Stefano Bruni ha scelto di esserlo da tempo, tirando dritto come suo solito, sordo a una sollevazione che va dal Manzanarre al Reno (in pratica, dal Rotary Club al Circolo Arci, caviale e martello) incurante di immolare se stesso e forse confidando di scamparla anche stavolta, come già in passato gli è successo.Il fatto è che i politici di razza fiutano lontano un miglio dove va il vento e, ad uno ad uno, i vari leader lo stanno scaricando. Ha cominciato Bossi, ha continuato Butti (rimasto per lunghi giorni in vibrante silenzio) e sospettiamo che pure Formigoni farà lo stesso, al terzo servizio del Tg Uno in cui si dice che con i soldi della Regione si sta rovinando il lago. E poi ci sono i cittadini comuni, per primi i suoi elettori, che da quell’orecchio non ci sentono e, Bruni o non Bruni, quel muro pretendono sia tolto. Ci spiace che ieri un gruppo di ragazzi sia andato a importunarlo urlando davanti al suo portone e se qualcuno anche soltanto pensasse di esagerare con la protesta, sappia che noi saremmo i primi a difendere il sindaco, a consentirgli di esercitare il ruolo istituzionale che ricopre. Nulla nuoce a una buona causa più degli estremismi: chi ha ragione deve essere ragionevole. E di ragioni, chi sostiene che quel muro vada abbattuto, ne ha un mondo intero.
La Provincia, 28.09.09
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