domenica 12 dicembre 2010

L'Angelo


Oggi, in redazione, il mio collega Mario è sbottato, accusandoci di un eccesso di retorica quando nei titoli mettiamo la parola "angeli". "Premiati gli angeli della Croce Rossa"... "Hanno ucciso un angelo"... Cose così. Io non ho detto nulla, ma un Angelo oggi l'ho incontrato davvero. Don Angelo, un prete che gestisce comunità per minori con l'associazione Agorà'97. Non ne avevo mai sentito parlare prima, me l'hanno presentato Paolo e Cristina e stamani, con Isabella, lo abbiamo conosciuto di persona. Ci ha ricevuto senza salamelecchi, andando subito al sodo, con quella praticità che quando studiavo alla Cattolica giudicavo con la puzza sotto il naso e poi, una volta picchiato il muso contro i problemi concreti, ho imparato ad apprezzare. L'associazione che dirige ha tre comunità e in una di queste, la casa di Gabri, ci siamo incontrati. Sono ospitati pochi bambini, con patologie molto gravi. In pratica, è una sorta di mini ospedale, travestito da dimora domestica, per accentuare un accoglienza che solo il contatto di tante brave persone riesce a dare. Gabri, ci ha raccontato Don Angelo, era un bimbo che fino a due anni e mezzo è stato ricoverato nel reparto di patologia neonatale, senza mai uscire, senza nessun contatto con il mondo. La sua sorte era segnata ma i genitori hanno tanto insistito, allestendo quella casa per lui. Gabri a Rodero è vissuto sei mesi, prima di spegnersi. "Almeno è stato accudito, ha guardato anche i cartoni animati alla televisione e non soltanto il monitor sanitario che aveva davanti al lettuccio. E' riuscito persino a vedere un cavallo, dal vivo!". E mentre lo diceva, Don Angelo, senza accorgersene, chiudeva e apriva le mani, come a fare "ciao", quasi certamente il gesto di Gabri, quando se l'è trovato innanzi quello splendido, gigantesco animale. Il resto della visita preferisco tacerlo. Lì ho toccato con mano tutto il dolore e insieme tutto l'amore del mondo.

Foto by Leonora

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