venerdì 31 dicembre 2010

In arrivo sul binario (Quattrocento)


Se fosse un binario steso, mi piacerebbe passare palmo a palmo la mia vita, per scoprire gli snodi che hanno determinato il punto esatto dove mi trovo. Martedì scorso ho visto "A Christmas Carol", il canto di Natale di Dickens, riproposto per l'ennesima volta al cinema. La scena che più mi ha colpito è quando, ricapitolando il passato, Scrooge si trasforma dal bravo ragazzo che è in un uomo cinico e avaro. "La cosa avvenne da naturalmente" come direbbe Hugo, sassolino su sassolino trasformato in montagna e di cui ci si rende conto soltanto quando il danno è fatto e di coraggio per tornare indietro non se ne ha più. Essere indulgenti con se stessi, sapersi perdonare, tenere a bada l'orgoglio, dare un colpo di spugna al passato (qualunque esso sia) e ricominciare talvolta da capo mi pare buon antidoto alla discesa a picco, che spesso sembra ascesa soltanto per un difetto di vista, un vizio di prospettiva.

Se fosse un binario steso, mi divertirebbe contare le coincidenze dei treni che - spesso inconsapevolmente - ricamano il destino di un'esistenza. Prendiamo oggi: è l'ultimo giorno dell'anno e il post che sto scrivendo è esattamente il numero quattrocento (contare per credere, ma forse vi conviene fidarvi). Ieri, per caso, mi sono imbattuto in un pulsante che consente di sapere quanti visitano questo blog, quali sono gli argomenti ritenuti più interessanti, da dove provengono i lettori occasionali o fissi. Quando cominciai questa sorta di diario pubblico, mi ripromisi di non badare alle statistiche e a null'altro che non fosse il mio interesse personale, l'istinto. Ammetto però che non è facile, che sarei impostore se negassi che oltre al mio, cerco anche il gusto dell'altro, di un lettore immaginario eppure esistente in carne ed ossa che decide di passare di qui per scelta oppure per caso. Eccolo che ritorna, il caso. Giusto in tempo per chiuderla qui: quest'anno ho già dato, l'anno prossimo vedremo. Quattrocento post sono assai più del libro che non ho mai scritto: sono oltre tre anni di vita, tenuti per mano.


Foto by Leonora

1 commento:

silvia ha detto...

Anch'io tempo fa scrissi un "venti righe" paragonando la vita a un treno, ricordo iniziava così: "A volte si va via spediti, veloci come un treno tvv.."