domenica 6 febbraio 2011

Happy Days


Non mi perdonerò mai i calzoni corti sopra le caviglie e le giacche con le spallotte degli anni Ottanta, che mi sembravano già un fiore rispetto agli stivaletti corti di pelle e ai pantaloni di maglina color marrone e a zampa d'elefante indossati negli anni Settanta. Ricordo quanto mi stimavo con l'impermeabile bianco stile tenente Sheridan, mentre andavo alle bancarelle della fiera di Pasqua: avrò avuto dieci anni e mi sentivo già uomo. Per un maglione rosso con una banda panna della Robe di Kappa spesi una fortuna. Facevo le medie e l'altrà metà dei risparmi se ne andò in un paio di Adidas azzurro intenso, con le strisce gialle fluorescenti. Le comprai per andare alla seconda festa tra compagni della mia vita. Una delusione assoluta, nonostante avessi preteso di andare dal parrucchiere e mi fossi presentato con un mega regalo per la compagna che l'aveva organizzato. Si chiamava Margherita. Un paio di settimane addietro invece avevo scoperto la vita. Era la mia prima festa e ci andai senza immaginare che fosse una meraviglia. L'aveva organizzata Michele, nei locali adibiti a solaio della villa dove abitava. C'erano luci soffuse, dischi per ballare e, delizia tra le delizie, scoprii il gioco della bottiglia. Baciai Rossella, che oltre a essere la più carina della classe era anche la secchiona. Era fare bingo anche se non si vincevano le monetine messe in palio a ogni tombola di Natale dalla zia Angelina. Credo fossimo in seconda media e quel pomeriggio segnò il passaggio netto, marcato, dalla fanciulezza all'adolescenza. La seconda festa fu orribile, ma anche quando tornammo nel solaio di Michele non provai più la stessa cosa. Però ricordo il giorno in cui affissero i tabelloni con i risultati degli esami di terza media. Scorazzammo per il paese in bicicletta e avevo la perfetta sensazione di avere in pugno il mondo, come se spettasse a noi, da quel giorno in poi, la parte di tutti i Ricky Cunningham, i Fonzie e i Potsie Weber che vedevamo nei telefilm di Happy Days, la sera. Erano davvero giorni felici, come mi auguro siano quelli di Giacomo, che sul quel crinale a mezza strada tra due età è ora. Auguro anche a lui lo stupore che ho avuto io, compresa quell'assenza di malizia che mi ha fatto ancor più gustare persino la più piccola conquista.


Foto by Leonora

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