giovedì 19 febbraio 2015

Una sfumatura di grigio (la pornografia del cervello)

Foto by Leonora
A chi domanda come faccio a scrivere qui di vicende intime e personalissime, rispondo che questa è la parte più pubblica della mia vita meno privata. Sono sempre io, ma non tutto, soltanto una parte, quella che scelgo di esporre, omettendo le mancanze, le meschinità e le ombre che distinguono ciascun essere umano, me compreso.
È questa la ragione per cui quando qualcuno in buona fede eccede nei complimenti (“Come sono fortunate le persone che ti sono accanto!”) lo stoppo subito: non per falsa modestia, bensì con la consapevolezza di essere ben peggiore di come sembro, oppure migliore, visto che in genere diffido dei tipi troppo per bene, che sembrano usciti dalla casa del Mulino Bianco, lindi e splendidi, senza nemmeno un grammo di farina o una stilla di sudore, una macchia di sugo...
Del resto, basterebbe chiedere a chi mi è a fianco davvero – Isabella, mia madre, Giacomo, Giorgia, Giovanni… - per scoprire limiti e bassezze che stridono come unghie sul vetro e, se rese pubbliche, mi farebbero diventar paonazzo.
In queste settimane mi è capitato di dialogare con un paio di persone che esprimono anch'esse una parte di loro stesse, celandosi però con il velo dell'anonimato, per "appagare un po' di voglia di esibizionismo e provocazione" soprattutto. Di solito glisso e passo oltre, non perché sia un bacchettone, piuttosto poiché le carte scoperte sono l'unica condizione che pretendo per dare sincerità e riceverla indietro. Esistono tuttavia delle eccezioni che meritano, perché mi aiutano a comprendere non soltanto loro, ma anche me stesso.
A tali persone sono grato per tutte le volte che abbandonano le maschere e rivelano il lato più intimo, che non ha nulla a che vedere con un lembo di pelle nuda o con le fantasie piccanti, ma con l'essenza più vera di ogni essere umano, con il bisogno di entrare in relazione, di capire e capirsi, aprendo la testa, il cuore e null'altro. Una pornografia ben più potente di quella adesso a disposizione ad ogni ora del giorno e per qualsiasi gusto (tanto che persino lo scabroso non sa cosa inventarsi per recuperare un briciolo dell'interesse perduto).
Qui ci starebbe bene un bel "O tempora, o mores" sul bombordamento che subiscono ragazzi e adolescenti della Internet generation, a cui nulla è celato e che prima o poi dovranno fare i conti con questo eccesso di esposizione, a differenza di chi ha la mia età, per cui sbirciare un reggiseno sul Postal Market era un evento. Non lo farò. Non aggiungerò una riga per rimpiangere i bei tempi passati, che poi tanto belli nemmeno erano. Siamo campati noi con il gramo, camperanno pure loro con il molto, forse anche l'esagerato.
P.S. Una postilla, per "Porcellina premurosa" e "Meraviglioso padrone": tranquilli, non stavo parlando di voi.

Nessun commento: