Chiedo scusa per l’assenza prolungata, ma “mala tempora currunt” (che non sono un gruppo sardo).
Sono debitore, in particolare con gli amici del PolentaBlog, che meriterebbero più ampio commento, e a Maria Luisa, che mi ha convinto con le sue tesi a commento di un mio precedente post, su regole, rispetto della legalità e coscienza professionale. Non mancherò di riprendere i fili spezzati, in futuro.
Ora, invece, ho a cuore un pubblico ringraziamento, ai miei colleghi, che lavorano con me, fianco a fianco.
Per spiegarne le ragioni, preferisco un esempio, cioè raccontare la parte finale della giornata di ieri, con ciò che è accaduto in redazione e nel tg non si è visto.
Ieri è stata una giornata difficile. Uno di noi quattro, Marco Romualdi, era in tribunale, a Milano, per seguire il processo d’appello a Sonya Caleffi, l’infermiera di Tavernerio (Co), accusata di aver causato la morte a numerosi pazienti, tramite iniezioni d’aria. A Mauro Migliavada e Manuela Brancatisano toccava tutto il resto, cioè più o meno una mezza notizia di notizie a testa. Poco dopo le 18 è scattato l’allarme: omicidio in Via Polano, a Como.
Non starò ad elencare per filo e per segno quanto avvenuto dietro le quinte del tg. Basti sapere che Manuela, dalla redazione, ha preso la sua macchina e si è recata sul posto, precedendo di qualche minuto il nostro operatore tv. Mauro Migliavada, che era a colloquio da un avvocato per verificare un’altra notizia è rientrato per aiutare il sottoscritto nel completare le altre notizie e adempiere alle “pratiche procedurali” necessarie per mandare in onda un tg. Meno di un’ora dopo, alle 19.05, mentre Manuela con i colleghi di Corriere di Como, Provincia e Giorno cercava di raccogliere il maggior numero di informazioni sul caso, lo stesso Migliavada prendeva la moto per andare sul luogo del delitto, ritirare la cassetta DvCam audio/video con le prime (inquietanti) immagini, tornando appena in tempo per infilarsi giacca, camicia e cravatta (non in quest’ordine, ovviamente) e andare a condurre il telegiornale. Alle 19.31, cinque secondi dopo la sigla Manuela era già in diretta telefonica, con le prime notizie sull’omicidio. Tre minuti dopo toccava a Marco collegarsi telefonicamente, per dare i dettagli del processo a Sonya Caleffi, di ritorno da Milano. Lo stesso Marco (che più di tutti noi è esperto di cronaca nera e giudiziaria) prima delle 20 era già in Via Polano, sul luogo del delitto, per dare il cambio a Manuela, riuscendo a intervistare, un paio d’ore più tardi, quando tutti gli altri giornalisti erano già tornati in redazione per scrivere gli articoli, il fratello della vittima, e poi collegarsi al telefono di nuovo in diretta tv, per dare gli ultimi aggiornamenti, in tempo reale, sull’intera vicenda.Qui non si tratta di prendere premi o di pretendere riconoscimenti: i miei colleghi hanno fatto il loro lavoro, facendolo bene, come sanno fare. Li stimo proprio per questo. Semplicemente, volevo dirlo.
4 commenti:
Siete una squadra fortssimi ;)
che bello il racconto del retroscena...
Per la cronaca (in tutti i sensi) durante la cena natalizia di Etv, un nostro valido collaboratore, Nino Balducci, facendo i complimenti alla redazione per come ha seguito di ultimi eventi di cronaca (sviluppi strage di Erba, arresto di Azouz, omicidio di Tavernola) dopo aver tessuto lodi sperticate a Marco, Mauro, Manuela e Marina, mi ha guardato in faccia e mi ha detto serio serio: "Tu invece, quando capita qualcosa d'importante, non ci sei mai"! Per fortuna ho un ego troppo tronfio per rimanerci male, altrimenti prendevo un esaurimento che non mi tiravo più fuori... :-)
Non potrebbero essere altrimenti con un caporedattore così..
:)
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