domenica 25 ottobre 2020

La morale delle piante (Radici che generano)

L'errore è stato aver atteso troppo a lungo la potatura o forse averne sottovalutato l'istinto vitale, l'energia.
Il gelsomino di casa, al limitare del muro di cinta, s'è portato via buona parte delle ore di luce del mio giorno di festa.
Non lo biasimo, né me ne rammarico: un pomeriggio a lavorare in giardino compensa sempre della fatica.
Anche oggi, specialmente oggi, con le notizie tristi e preoccupanti sulla diffusione della pandemia e sulle misure di prevenzione che essa comporta, a margine di una domenica già di per sé grigia, uggiosa.
L'odore di erba bagnata, la consistenza soffice della terra, i colori sgargianti della natura che si rintana, la calma dei gesti compiuti senza che nessuno metta fretta...
Ingredienti semplici di una ricetta ricca.
Restano i calli sulle mani, la pelle delle braccia resa appiccicosa dalle gocce bianche e dense della linfa, i mille pensieri che mi hanno accompagnato dall'inizio alla fine, quando cercavo di districare i rami dalla rete di recinzione. Una matassa complicata, che ha messo a dura prova la pazienza, permettendomi al contempo di comprendere che si tratta dello stesso lavoro che compie ogni giorno chi si occupa dell'organizzazione e gestione di una comunità, di un'istituzione, di un'azienda.
Procedere per livelli, comprendere dove ha origine il problema, fare attenzione a cosa si taglia, assicurarsi che venga preservato ciò che più importa, dare una forma.
Ogni colpo di cesoia, ogni sforbiciata, mi rimandava a quello e a una lezione di sponda. Questa: se la pianta è generativa, per quanto si tagli, tornerà più verde e più bella e più forte di prima.
Marginale è dunque il riguardo o la sapienza del giardiniere, bensì che l'albero o l'arbusto siano di buona radice e messi a dimora nella giusta posizione, con la corretta dose di luce e di acqua.

P.S. Ogni riferimento ai troppi governanti che invece di farci uscire dall'emergenza, contribuiscono ad alimentarla o peggiorarla, non è puramente casuale. Per quanto essi siano giardinieri maldestri, voglio convincermi che la foresta che siamo possa sopravvivere, anche se occorrerà tenere duro e non avere fretta.

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