giovedì 7 maggio 2009

I dubbi del sedano


D'una giornata, a volte, si butterebbe tutto. Un bel fagotto, senza andare per il sottile, muoia Sansone con tutti i Filistei. Ai Filistei io però ci sono affezionato, perché anche tra i Filistei c'erano i bambini e padri e madri e così, pure nelle giornate storte, se si ha pazienza e cuore di cercare, di momenti se ne salva almeno uno. Due. Una decina, almeno. Proprio a stare stretti stretti. Prendiamo oggi: tra correre, preoccuparsi, tribolare, pare essere rimasto nulla o poco. Invece no. Scelgo un momento, da riportare qua: quattro chiacchiere scambiate a metà mattina, con Alessandro, che è meticoloso e saggio e vicino a casa mia coltiva l'orto. "Vedi Giorgio - mi ha detto, mentre piantava il sedano - tutto questo lavoro e poi qualcuno dice che è inutile, che lo vendono già bello e pronto, al supermercato. E allora me lo domando anch'io se è giusto, che si vive una volta sola e che si prendono impegni e a volte non si riesci a dire di no e si rimane inguaiati, sempre a fare e disfare". Ascoltavo le sue parole e pensavo a me, alla carriola che avevo tra le mani, al muro di cemento armato che nei giorni in cui non sono in redazione mi ostino a distruggere senza l'aiuto di nessuno, alle ore che il martello pneumatico sottrae alla lettura, allo svago. "Beh, credo che conti la soddisfazione che viene dal lavoro" ho risposto, sorridendo, ma d'un sorriso incerto. "E' vero - mi ha risposto Alessandro - ma forse oggi era soddisfatto anche quel tipo che si è alzato e visto che era giovedì e giovedì a Lurate c'è il mercato, ha passato lì tutta la mattina, a curiosare e chiacchierare, e poi, prima di mezzogiorno è andato al bar e ha letto il giornale e poi s'è messo a discutere di politica e di calcio e ha bevuto un aperitivo e poi è tornato a casa dalla moglie, in tempo per dire: ma come? non è ancora pronto da mangiare?"
Mi ha fatto uno strano effetto sentirlo parlare così. Ero irrequieto e sollevato insieme. Irrequieto poiché Alessandro è uomo tutto d'un pezzo e, se vacilla lui, tremo anch'io; sollevato perché se vacilla un uomo tutto d'un pezzo significa che i miei dubbi, che sono gli stessi suoi, sul senso della vita e su ciò che è giusto o sbagliato fare, non sono frutto d'una mente volubile e fragile.
Poi abbiamo parlato anche d'altro (del fatto, ad esempio, che a fare festa si abituano facilmente tutti, anche i gran lavoratori, mentre assai più arduo è il contrario; e della scarsa propensione che abbiamo noi contemporanei ad accontentarci di poco) e ci siamo salutati, tornando ognuno al proprio lavoro. Io ho continuato a erodere il muro di cemento armato, centimetro dopo centimetro, lui a piantare il sedano e a tirare fili, a mettere reti anti grandine...
Per concludere, non ho avuto risposte oggi, ma mi è piaciuto pormi e lasciarmi porre domande. A differenza del sedano, certi momenti non si possono comprare già belli e pronti, al supermercato.
Foto by Leonora

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che emozione leggerti..
Fede