giovedì 9 giugno 2011

Mimmo Franzinelli, i diari di Mussolini e i sordi


Per capitare, m'è capitato quasi per caso. Alla sede de L'Ordine era previsto l'incontro con Mimmo Franzinelli, autore di "Autopsia di un falso", il libro che demolisce i presunti diari di Mussolini. Doveva esserci anche Dell'Utri, che invece di quei diari (il primo dei quali edito da Bompiani) è lo sponsor principale. Quasi un anno fa, a Parolario, Dell'Utri era stato duramente contestato da un manipolo di facinorosi, che gli avevano impedito di fatto di parlare ("Un gesto illiberale" è stato definito l'episodio: condivido) e quello di oggi poteva essere l'occasione più unica che rara di vedere confrontarsi i due portabandiera delle tesi contrapposte. Mancando Dell'Utri anche la tensione si è affievolita, ma in redazione abbiamo deciso di seguire la conferenza ugualmente, dedicandogli uno spazio pur limitato sulle pagine della Cronaca, le nostre. Devo ammettere che l'incontro mi ha appassionato. Non già il tema in sé, né per la disputa sul contenuto, cioé se quei diari siano falsi o veri. Franzinelli, storico per professione, per mezz'ora abbondante è andato spiattellando una serie di ragioni che a rigor di logica non lasciano dubbi sulla mancata autenticità del documento. Ad affascinarmi è stato piuttosto il suo piglio, la sua eroica e metodica avanzata nelle praterie del reale, portando a supporto date, confronti, testimonianze... Una razionalità, un puntiglio, un sacro fuoco nello smascherare incongruenze e falle, che tuttavia si sono scontrati con quanti per partito preso sostengono la tesi opposta. "Non c'è peggior sordo di chi è sordo veramente" dicono a mo' di battuta Aldo, Giovanni e Giacomo in un loro spettacolo. Anche chi non vuol sentire non scherza. Così, mentre Franzinelli si cimentava nella stroncatura, alternando affermazioni lapalissiane con virtuosismi da ricercatore meticoloso, a chi non la pensa come lui bastava alzare un sopracciglio e sentenziare: "Professore, non mi ha convinto, le sue non sono prove, solo supposizioni". Un'obiezione incontrovertibile, a cui sono appesi centinaia di migliaia di euro, se non milioni: quelli dell'affare associato al caso letterario in questione. Milioni di buoni motivi per turarsi le orecchie. Onore perciò al soldato Franzinelli, l'ultimo giapponese che si prende la briga di tentare di convincere chi non vuole sentire (torti e) ragioni.

Foto by Leonora

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