giovedì 3 marzo 2011

Guttemberg, Scilipoti e la nostra povera Italia


Le parole che leggete qui sotto non sono mie. L'articolo, un editoriale, è di Giorgio Gandola, che non casualmente è anche il direttore del giornale dove lavoro. Le riporto per il semplice fatto che esprimono bene ciò che penso sul momento che vive questa nostra Italia e lo riportano meglio di quanto avrei fatto io. Diciamo che è un consiglio alla lettura, agli amici che passano di qui e a cui sono legato.

Guttemberg ha copiato. Con quel cognome avrebbe potuto macchiarsi di qualunque altro delitto, e magari farla franca. Ma per un Guttemberg (anche con una t di troppo) la riproduzione truffaldina di testi altrui senza citare la fonte non è soltanto un reato, è una bestemmia. Il ministro della difesa del governo tedesco ha impiegato poco a capirlo e ha fatto l’unica cosa che un nobile discendente di Otto von Bismarck poteva fare: si è dimesso. Ha fatto le valigie. E’ andato a casa. Dissolto. Raus.
Lo ripetiamo in tutte le salse perché ci sembra un gesto incredibile. La storia è persino banale. Un giornale (Il Suddeutsche Zeitung, quotidiano liberal di Monaco) qualche settimana fa ha rivelato che ai tempi dell’università il rampollo. dell’aristocrazia bavarese aveva copiato la tesi di laurea. Lui si è dapprima scusato, poi ha tolto il titolo di dottore dai biglietti da visita. E infine, ieri, ha deciso di ritirarsi dalla politica accompagnato dalla frase: "Non ce la faccio più. Ho raggiunto i limiti della sopportazione e della vergogna".
Spesso gli economisti si domandano come la Germania sia riuscita ad assorbire in vent’anni i costi della riunificazione e in tre ad ammortizzare la crisi economica, a ripartire di slancio (pil + 3,6%), a salvare la Grecia, a trainare il resto d’Europa. Mentre noi giochiamo con le leggine e gli slip di chiffon, loro volano. Perché? Forse semplicemente perché sono più seri. E, quando è il momento, sono capaci di dimettersi. Anche i francesi non scherzano. Non più tardi di due giorni fa la ministra degli Esteri Michelle Alliot-Marie ha lasciato l’incarico, travolta dallo scandalo dei rapporti d’amicizia con il deposto leader tunisino Ben Alì. Era stata in vacanza da lui a Natale e gli aveva mandato esperti per sedare la ribellione della folla. "Non ho commesso nessun illecito, ma per difendermi faccio un passo indietro". Tutta la Francia, quell’istante, ha rivalutato madame.
Diciamocelo francamente: visto da Roma, il gesto di Guttemberg suona futile, ingenuo, il segno tangibile di una psicolabilità che riguarda solo i bambini ("Allora non gioco più") o qualche idealista presidente di circoscrizione. Del resto, chi da noi non ha copiato almeno un compito in classe? Veltroni ha scritto la biografia di Bob Kennedy senza sapere l’inglese, Casini discetta di valori della famiglia avendone due e Berlusconi ritiene nobile scambiare una prostituta minorenne per la nipote di Mubarak. Avrà anche una scopa nella schiena, ma Karl Theodore Guttemberg arriva da un altro pianeta. Il ministro del governo Merkel, 39 anni, politico più giovane e più in ascesa del Reichstag, nobile dal 12° secolo, con un nonno che partecipò alla cospirazione contro Hitler, per molto meno del livello minimo di vergogna pubblica italiana, ha deciso di togliere il disturbo.
Immaginiamo cosa sarebbe successo da noi. Prendete Domenico Scilipoti, ginecologo e agopuntore che nei giorni pari vota per Di Pietro e in quelli dispari per il Pdl. Colto in fallo, avrebbe querelato i giornali, chiesto il varo di una legge per parificare la laurea alla terza media e spiegato che, in fondo, una tesi vale l’altra. Per inciso, Scilipoti è stato condannato per debiti, indagato per calunnia e connessioni con la ’Ndrangheta. Ovviamente da noi è popolarissimo.
Giorgio Gandola
Foto by Leonora (la foto l'ho scelta per la didascalia che ad essa ha messo l'autrice: "C'è chi ha tutte le rotelle a posto e c'è chi è inchiodato a terra")

1 commento:

Wilma ha detto...

Bello, bello, bello! Grazie per avercelo fatto leggere.
Ieri guardavo il Signor B. in tv, mentre rideva, citava il bunga-bunga, senza vergogna alcuna e pensavo: "ma siamo consapevoli del danno culturale che stanno subendo i nostri figli?"