domenica 27 marzo 2011

Il grande ritorno (Un futuro a misura d'uomo)


Levataccia nel giorno dell'ora legale, per accompagnare Giacomo a Gallarate, dove di buon ora aveva la partita di calcio. Poi pranzo, lavoro, cena e finalmente divano, con il desiderio di tornare a scrivere qualcosa qui, ora che il guasto a Internet è stato individuato e sommariamente riparato. Non era colpa della Telecom, bensì il modem wi-fi che - nonostante avesse tutte le luci a posto - s'è incriccato dentro, dopo cinque anni di onorato e ininterrotto servizio. Lo preciso a discolpa della compagnia telefonica, che pur essendo un gigante ingordo e onnivoro, questa volta non si è dimostrato sordo. Dopo una settimana giorni di inutili tentativi di risolvere il problema, mi hanno persino mandato a casa un ometto che mi ha fatto simpatia, facendo dimenticare per un istante il potere arrogante di tutti i Marco Tronchetti Provera del mondo e ricordandomi il tempo in cui i telefoni avevano ancora la ruota da far girare per comporre i numeri, non serviva prefisso, c'erano i gettoni e sulle cabine stampato il marchio della Sip. Mi domando se il processo che ha ingigantito e spersonalizzato le maggiori aziende, gonfiandole a dismisura, possa in qualche modo essere reversibile. Siamo abituati a scenari fantascientifici, con il mondo in mano a poche multinazionali o addirittura a un unico organismo: forse è altrettanto immaginabile un futuro in cui i rapporti umani tornino al centro, a scapito di ciò che finora impone il percorso e il cammino, cioè il margine utile, la quota di mercato, il profitto. Perché no? Perché non considerare l'ipotesi che il tempo attuale sia il principio di una nuova possibilità, in cui anche grazie agli strumenti tecnologici il piccolo produttore o gestore di servizi acquisisca importanza e spazio vitale? Perché il modello "a rete" o "a nuvola" non dovrebbe essere applicabile all'economia contemporanea? Non sarebbe poi lo stesso che è avvenuto con i computer, allorché i giganteschi hardware sono stati superati e sostituiti da Internet, una rete appunto? La vicinanza, la fedeltà, l'accessibilità, la reciproca conoscenza, tutti quei valori tipici del negozio di paese o di quartiere, non sono forse validi tuttora, non hanno forse un peso maggiore di quello che recentemente è stato ad essi riconosciuto?

Quante domande. Forse è soltanto il risotto alle fragole di questa sera o il bianco mosso che l'hanno accompagnato. Oppure non sono discorsi così peregrini, che meriterebbero di essere ponderati e valutati meglio. Magari una sera che non segue una giornata di diciotto ore e che prelude a una notte con sole cinque ore di sonno.


Foto by Leonora

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