Ciò che non sarei mai riuscito scrivere ma che mi è piaciuto un sacco leggere. A conferma che il bene e il male non abitano in una sola casa (nel caso, in quella delle libertà), che le donne la sanno lunga e che Annalena Benini ha una penna deliziosa.
Il suo articolo, pubblicato su "Il Foglio" di ieri, mercoledì, lo copio qui sotto, perché merita.
Troppe figuracce, doveva finire così. Cambiare canzone
Per Milano sono contenta (per Luigi De Magistris è piuttosto difficile essere contenti, anche se, nella confusione dell’entusiasmo, c’è perfino chi lo trova sexy).
Era giusto che andasse così: troppe figuracce, troppo spirito di dissoluzione, troppa gente impresentabile, troppo cerone, troppe frasi imbarazzanti sui giudici comunisti e su zingaropoli, e nessun guizzo, un progetto responsabile, un sogno, qualcosa di convincente per cui si potesse dire: forza, provate a farcela, non siete così male. Prima c’era gusto nel contrastare, con ironia, l’assalto mediatico, intellettuale, giudiziario, mondano, l’odio antropologico, ci si divertiva a vedere le facce scandalizzate di quelli che annunciavano di lasciare il paese se avesse vinto Berlusconi (Berlusconi vinceva, nessuno partiva), a leggere i commenti sul regime e sulle coscienze addormentate, comprate dalle televisioni, con la certezza che invece stanno tutti con gli occhi aperti e sanno benissimo dove andare.
Adesso resta poco: un premier rancoroso, che canta sempre la stessa canzone, si fida di se stesso oltre ogni limite ma senza slanci, senza vero coraggio, e una gran quantità di facce sbagliate, rabbiose, arriviste, mostrificate, invecchiate male. Sono andata a sentire Vinicio Capossela all’Auditorium e ho dovuto ascoltare un comizio emotivo prima di ogni canzone, battute da quattro soldi, le solite gravi banalità sul bunga bunga: vorrei poter sentire canzoni ai concerti, vorrei comprare tutti i giornali in edicola senza i commenti feroci di quello dietro di me, vorrei che l’indignazione perenne e l’idea di una resistenza che divide il paese in belli e brutti venisse sostituita da qualcosa di meno idiota.
Ma non sembra che questo centrodestra (tranne pochi) sia adatto all’impresa. A meno di inventarsi un programma nuovo, gente nuova in grado di stare al mondo, avere un contraddittorio, avere un’idea, comprarsi case col mutuo, non dire cretinate al telefono, non diventare carne da rotocalco. Berlusconi deve cambiare tutto (anche se stesso), perché todo cambia e perché sennò si cambia.
2 commenti:
Libertà...durissima...rara avis. Dunque, mi autocito:
"Nel tramonto (reiterato ad infinitum) dell 'Occidente bisogna assistere alla "jeune fille", tra famigli e prestanomi e "presta-sè", che certamente si sposa, certo la j.f. si sposa ad un certo punto, dicono i miei amici degeneri (figli di cattivi maestri, cattivi!!, direbbe il tuo capo e "sponsor", tutore della falsificazione, dico "sponsor" per usare un termine da edulcorazione fantasiosa e dissimulatoria "carfagnesca", aggettivo afferente la "ballerina volenterosa sullo scranno" AD OCCHI SPALANCATI dei giorni scorsi in tv) francesi dell'eponimo trattatello condotto per aforismi, come ogni jeune fille ("una cosa l'ho fatta", ipse dixit, da homo sapiens -quantum mutatus ab illo!! [un locus classicus, l'Eneide, Annalena - PETIT PEU parvenue et très simpa- forse il secondo libro?, lo cito per libera assonanza con la "ferita" , di cui altrove si parla, e non di VErmeer ma di L.FOntana forse era meglio chiosare, MA QUI SI TRATTA DI ESPERIRE, intendiamoci, me in primis, non di leggiucchiare qualche centinaio di libri come diceva il Longhi nella Bologna che fu, a proposito di un prototipo storicamente precoce di jeune fille]- a merce, con tanto di precario break even point), tra servi disastrati e "non liberi" (GRAN LUSSO) ma proni, sempre, di più, affinchè tutto finisca peggio, sempre peggio (tra <Pessoa e BEckeet rimaneggio in un pastiche improvvisato come la scrittura mia che scorrete, hic et nunc, digintado e "cliccando" INVIO), meglio ancora se senza fine.
Una fine lunghissima,...estenuantemente lunghissima.... comunque, il linguaggio "basic idiot just a tiny bit upgraded", prevedibile come il "Meteo" (del resto lei se ne occupava, e non umilmente, pare, ma fraintenderà, poi ha preso premi, ma c'era anche unomstudiosI. Diamanti tra i premiati quindi ça va sans dire...la diffèrence...capitano simili improvvide "sfortune"), e una fine tutta girata con debita mise en scène della corte del servo di scena, da "LInea rovente" (un esempio di bella tv) a "Il Foglio" (la fine del giornalismo, coniugato a atto di sinallagma, ab imis mercantile gesto) ; peccato le donne, le donne...però... in gran parte, la crème de la crème ovviaente sto considerando qui, ovviamente, che fanno pure i cataloghi, esigui ma esaustivi della loro intelligenza, o genialità (il resto di esse, invero, è già tabe in stato avanzato di post-putrescenza, se la tabe subisce mai una tale miserrima corruzione, che sembrerebbe pleonastica)...attenti, peccato,. accidenti, esse debbano finire lentamente così. UNa carrieruccia ci si deve pura arrangiare di ritorno dall'Uk. Eh...l'UK..l'U...K!(direbbe Palazzeschi. bah...lo direbbe?).
Saranno, un giorno, o tardi o presto fa nulla, sempre pronte a dire non era così,nooooo!, non erano loro, non era mai stata loro responsabilità. Del rseto l'editoria dimentica, vedete che solo ora pubblica "Alfabeta" antologia, quella degli anni '70-'80 pensanti, anzi ripubblica, la prima edizione dell'86 mi pare, era "annegata" nel deserto dell'oblio.
Si sono assunte, inconsapevol,mente azzardo credere, una responsabilità immane. NEmmeno di proporzioni sadiane, no, il moralismo pingue del servitore lo disconosce profondamente, come Brantome o Klossowski, nemmeno sadiane....ma soltanto immane...e cocstantemente perinde ac cadaver (da Sant'Ignazio di Loyola, ...continua....
Parte 2
...cocstantemente perinde ac cadaver (da Sant'Ignazio di Loyola, poco letto e molto citato a G. Pajetta, nomi e persone che sonoper generazioni non nate rieltto in qualche epitome post-bignamesca alla Luca Telese, o alla P.Buttafuoco, disonestà per disonestà intellettuale, sul filo di lana agoni).
Peccato, le Annalena Belini, FORSE come le Minetti o le Carfagna o le Santanchè, ah... una volta avevamo la Staller, che oltre che non moralita era pure intellligente, ah...le Benini qualsiasi (memento...esse erano nate per esser "altro", ma lo rifiutarono, si imnnamorarno di "a man in a crowd"), i-d-e-n-t-i-c-a-m-e-n-t-e differenti e uniche. Feroci (volevano, forse, amore tenerezza e sè, ma talora le cose non vanno così), narciNistiche, soprattutto dimentiche di sè, ove il quid fosse presente, un po' fanèes forse?, forse....ma blaisèes per convenienza, non certo una versione altra del flaneur, anzi la flaneuse. No. E ci dispiace, beh, la destinazione talora surrogato evènèmential del destino. Non chiedevamo Benini eroticamente immerse nei "Passages", no Benjamin mai!, o alle prese con la vitalità del pensiero-azione di LEvinas, o Ricoer, o Jankelevich, tantomeno di A. Harendt,no...ma....ma...qualcosina. Supponibili eccezioni contestano lo "stato di cose esistente".
Bon courage, anche alle Annalene, tornando al res de qua agitur, e vi stupirete che viene dal cuore il moto umano, ... ché poi sono simpatiche e umane, se solo fossero nate a sè stesse (anche se parlano, o rumorreggiano, di L.Castellina -non possonmo farsi mancare prorpio nulla, come il loro padrone illiberale- e qusto idealtipo della jean fille è molto utile ancora, persino per la "generazione Re lanterna" & sgherri del suo ben nutrito cotè) o vi rinascessero, un giorno, magari per caso...
Grazie dell'attenzione, senza tensione però...per cortesia, tensione morale intendo...no, mi raccomando, magari vine escambiata conùl moralismo, che pertiene intrinsecamente all olgettismo post-craxiano, pronubo il non "sottile" ma "potente" -vedi biografia- Herr Direktor de "Il Foglio", ma è tutta un'atlra storia.
Passerà alla Storia, del resto.
Buon proseguimento, sempre lentissimamente, talentosa (in nuce ancora), graziosa ed attraente Annalena (bel nome, a latere considero)."
Pierluigi Pettorosso
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