Attenti a quei due
Nei giorni scorsi abbiamo fatto di tutta l’erba un fascio, definendo la classe politica nel complesso mediocre. Qualcuno per la verità ha cercato di trarsi fuori da sé, come naufrago che per salvarsi si aggrappa ai marosi. Un paio di nomi. Mario Lucini (Pd), che s’è studiato il progetto con la meticolosità di uno studente alla tesi di laurea. Ma anche Lionetti (Lega), accusato in passato dal suo stesso partito di opportunismo, ma dimostrando nella circostanza di avere una faccia sola e di parlare chiaro.
Giovedì Gnorri
Qualcuno potrebbe chiedersi perché con alcuni siamo duri e con altri meno. Semplice: alcuni (leggi Cosenza, amministrazione provinciale) quando vengono tirati in ballo, telefonano e convinti delle proprie ragioni accettano di rispondere alle domande, mettono le cose in chiaro; altri (leggi Viola, comune di Como) alla richiesta di spiegazioni tacciono, scrivendo al più due righe, per dire di stare attenti e di essere molto precisi, altrimenti quereleranno.
La finestra sul cantiere
Ieri abbiamo ironizzato sul capo ufficio stampa del Comune, Marco Fumagalli, che si è eclissato sul più brutto, cioé quando l’arrosto delle paratie è diventato fumo (un fumo denso denso, quanto un muro). Se quel che dice è vero, gli va però dato atto che fu lui a volere le finestre in plexiglas che hanno permesso al pensionato di curiosare e lanciare l’allarme. Se è così, è giusto riconoscerlo. Senza dimenticare però che qualcuno del cantiere ha provveduto a oscurarne buona parte con dei fogli di giornali, senza che nessuno del Comune muovesse un dito e questo la dice lunga su come a Palazzo Cernezzi abbiano a cui la trasparenza, il giudizio schietto del cittadino.
A misura di piede
Ci scrive un amico, ingegnere e imprenditore: «Perché a Como non adottiamo come unità di misura (invece del metro) quella del muro a lago? Potremmo chiamarla “piede comasco” (nel senso di fatto coi piedi)».
La Provincia, 24.10.09
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