Corvo rosso non avrai il mio scalpo
D’accordo, la verità: per quattro giorni non abbiamo scritto, cercando ogni pretesto per staccare la spina (la stessa a cui Caradonna si aggrappa ostinatamente, come zio Paperone alla teca della mitica "Numero uno"), stanchi e soprattutto stufi di tutto questo balletto attorno al muro, del teatrino tira e molla, degli ultimatum che consentono sempre una proroga, un rimando, un "sono incinta ma soltanto un po’". Ci stanno prendendo per sfinimento e ci potrebbero pure riuscire, se non fosse i lettori che tuttora s’indignano e per quelle decine di comaschi che ancor oggi, a oltre un mese dalla scoperta del muro, vanno ancora in pellegrinaggio, per rendersi conto di persona di come sia possibile costruire una barriera di cemento tra il lago e la sua città. «Corvo rosso non avrai il mio scalpo» ci verrebbe da rispondere, a tutti quelli con i bulloni alla poltrona. Uno «Scusate» che sia uno non l’hanno ancora detto e allora noi ci ostiniamo, teniamo duro, stufi sì, ma non sconfitti.
La Provincia, 29.10.09
Nessun commento:
Posta un commento