lunedì 2 novembre 2009

Innocente e...

Innocente. E umile
In principio fu Innocente Proverbio, il pensionato meticoloso che ha lanciato l’allarme, in lizza per l’Abbondino. Avevamo un timore: che con l’improvvisa notorietà si montasse la testa. Perciò abbiamo spulciato con attenzione le cronache, temendo di vederlo parlare in pubblico, tenere comizi o vestire i panni del capopopolo. Dubbi spazzati via quando lo abbiamo sentito su Rai Tre, con Frizzi che gli chiedeva della mega manifestazione in piazza e lui che se n’è candidamente uscito con un: «Mi spiace, non posso dire niente, non ho partecipato». Una frase che fa il paio con l’ombra in cui è restato e che ci ha rincuorato, convincendoci d’un fatto: Innocente Proverbio quell’Abbondino se lo merita sul serio.

La forza della televisiùn
Il consiglio comunale in diretta su Espansione tv è stato davvero meritorio, permettendo a migliaia di persone di trarre dei nostri amministratori un giudizio avveduto, mai a senso unico. Ce ne siamo accorti leggendo i commenti dei telespettatori che usano anche i social network: l’intervento di questo o quel politico che a noi pareva ridicolo o borioso, veniva da altri apprezzato e viceversa. Sappiamo che ciò che stiamo per scrivere comporterà il duro monito («Giorgio, i cavoli tuoi mai?») di Mauro Maggi, responsabile tecnico della tv, e di tutti gli altri amici che lì vi lavorano e che non hanno bisogno di un impegno aggiuntivo, ma la proprietà di Etv e il direttore del tg, Mario Rapisarda, dovrebbero pensarci: sarebbe utile mandare in onda tutti i consigli comunali in diretta, come si faceva un tempo. E visto che le trasmissioni hanno un costo, il Comune invece di spendere in spot e campagne promozionali sulla stessa tv, potrebbe investire contribuendo a un servizio davvero pubblico.

Dov’è il soldato Marco?
Quanto sono lontani i giorni in cui, armato di microfono e caschetto, il capo ufficio stampa del Comune, Marco Fumagalli, intervistava sul cantiere delle paratie l’assessore Caradonna per dire «Ma quant’è buono!», «Ma quant’è bello!». Da quando è scoppiato il caso, Fumagalli s’è eclissato. Prima era a Bilbao, poi «si sta occupando d’altro», così - su una vicenda tanto delicata - sono i suoi collaboratori a tenere banco. E noi ci chiediamo: è giusto? Ma forse la nostra è soltanto un’inutile malignità, forse vorrebbe esser più presente e forse il capo ufficio stampa ricomparirà, appena si sarà ricordato dove diavolo ha appoggiato il caschetto.

La Provincia, 23.10.09

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